1 insegnante di sostegno ogni 3 alunni: l’anno scolastico si complica prima di cominciare
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1 insegnante di sostegno ogni 3 alunni: l’anno scolastico si complica prima di cominciare

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Pubblicato il 18 Agosto 2011

Nella pagina delle lettere al direttore, il Giornale di Brescia pubblica oggi quella di una mamma preoccupata per la diminuzione del numero di insegnanti di sostegno nella scuola. Un grido d’allarme che trova purtroppo conferma in un comunicato stampa diffuso da Autismando, l’associazione bresciana dei genitori bambini con autismo.
In pratica – scrive l’associazione – risultano assegnate in Lombardia per il prossimo anno scolastico 11.622 cattedre, praticamente come nello scorso anno, a fronte di un aumento di circa 1.785 alunni con certificazione di handicap passati da 28.685 a 30.470. Se a questi dati si applicasse il rapporto 1 a 2, previsto dalla finanziaria di alcuni anni fa e confermato successivamente, nonché citato come parametro di riferimento dalla Circolare Ministeriale dello scorso luglio sull’ adeguamento degli organici, mancherebbero all’appello circa 3.570 cattedre.
Tale situazione si rispecchia nella realtà della Provincia di Brescia dove l’assegnazione prevista è di 1.311 cattedre a fronte di 3.460 alunni bresciani con certificazione di handicap quindi con un rapporto insegnanti/alunni certificati di 1 a 2,64 quasi 1 a 3; un dato che, oltre ad essere peggiore rispetto alla media regionale, rimanda ad una carenza di 419 cattedre se confrontato con il rapporto ricordato in precedenza.

Sul rapporto insegnanati di sostegno/alunni bisognosi mette l’accento la lettera al direttore pubblicata questa mattina dal Giornale di Brescia. Scrive la lettrice:
“È tempo di vacanze, ma c’è comunque qualcuno che «lavora per noi» programmando un inizio anno scolastico all’insegna del «3×1», cioè un professore di sostegno ogni tre ragazzi bisognosi. Come sempre in Italia si gioca al risparmio, e pensare che la scuola italiana è stata la prima ad operare per l’integrazione dei bambini diversamente abili. Ancora una volta siamo spettatori dell’involuzione scolastica a fronte di tanti belle leggi (l. 104 e altro) e di tante belle parole scritte e dette che oggi tali rimangono, cioè solo tante belle parole. Sono mamma di un ragazzo che, nel corso degli anni, si è vista ridurre drasticamente le ore di sostegno scolastico nonostante l’aumento delle richieste e delle esigenze di vita. Considerando che, secondo me, la scuola dovrebbe essere il trampolino di lancio per il futuro, noi che facciamo? A questi ragazzi togliamo la pedana da sotto i piedi? Non è forse vero che la scuola dovrebbe essere un investimento per il futuro di tutti? Questi ragazzi speciali vivono tutti i giorni nelle nostre classi e la mancanza di ore di sostegno ricade non solo sulla loro formazione ma su tutta la comunità scolastica. Nonostante la scuola venga così duramente criticata, ho riscontrato molta collaborazione e tanto lavoro extra degli insegnanti e degli operatori per sopperire a queste mancanze”.

il comunicato stampa dell’Associazione Autismando