Dal primo agosto dovrebbero entrare in servizio a Brescia e a Desenzano delle pattuglie miste formate da due militari dell’esercito ed un poliziotto per rafforzare – dicono gli amministratori dei due Comuni che hanno chiesto al Ministero della Difesa la presenza dei militari – il controllo del territorio. L’impressione che si tratti di una operazione di facciata che risponde ad una idea sbagliata di sicurezza e di presidio del territorio, viene confermata da una preoccupata e documentata denuncia del Siulp, il sindacato unitario dei lavoratori di Polizia.
“Da lunedì prossimo – scrive il Siulp in un comunicato – ci saranno meno “pantere” a presidiare il territorio, sarà perché gli uomini delle volanti e i poliziotti di quartiere saranno costretti ad affiancare i militari in un servizio che riteniamo inutile e dispendioso per due motivi. Innanzitutto le pattuglie miste prevedono l’impiego di un poliziotto e di un militare e in questo modo deve essere scorporata la pattuglia della Polizia di Stato composta da due unità. Nel caso del Commissariato di Desenzano del Garda per carenza di organico per poter effettuare questa tipologia di servizio occorre chiudere una volante e utilizzare il personale uno al mattino e l’altro al pomeriggio”.
C’è poi la questione della preparazione dei militari, addestrati – continua il sindacato unitario di Polizia – ad agire nei teatri di guerra, ma che non dispongono né della professionalità, né dei requisiti previsti dalla Legge per poter essere impiegati nel contesto della Pubblica sicurezza.
Lapidaria la conclusione del Siulp sui risultati di questa trovata che assecondando paure amplificate in maniera sistematica crea inquietudine più che sicurezza: “Non c’è stato nessun effetto per il miglioramento degli standard di sicurezza reale e percepita dei cittadini – scrive il Siulp – ma si è determinato solo un minor controllo del territorio”.
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Sicurezza più insicura. Il paradosso delle pattuglie che gireranno per la città
2 min per leggere questo articoloPubblicato il 29 Luglio 2011