Queste le richieste dettagliate dalla Cisl Lombardia: abolizione dell’assegno vitalizio, che consente dopo solo cinque anni di mandato a un consigliere regionale lombardo di godere di una non irrilevante pensione suppletiva al compimento dei 60 anni, mentre l’età pensionabile si è già innalzata per tutti i lavoratori e mentre alle donne del pubblico impiego l’Europa ha imposto l’età minima di 65 anni. Rinuncia all’indennità di fine mandato, che assicura al consigliere che ha svolto anche solo una legislatura di ricevere una “buonuscita” pari a un’intera annualità di indennità! E che si ripete ogni 5 anni per chi rinnova i suoi mandati. Eliminazione del rimborso delle spese di trasporto dalla casa del consigliere alla sede del Consiglio, che nessun lavoratore ha diritto ad avere. Crediamo che un consigliere regionale, con lo stipendio mensile che percepisce, possa tranquillamente pagarsi l’abbonamento del treno o del metrò. Forse non si risparmieranno miliardi, ma per la Cisl lombarda non è questo l’aspetto più importante. “Quel che importa – sottolinea Gigi Petteni – è che i cittadini, anche grazie a queste decisioni, per nulla simboliche o demagogiche, ritornino a percepire la politica come ciò che deve essere e per cui esiste: il luogo alto dedicato alla cura dei cittadini, dei loro bisogni, della loro vita reale, come singoli, come famiglie, come comunità”.
“Attendiamo una risposta concreta e tangibile, qui in Lombardia, adesso – aggiunge in conclusione il segretario generale della Cisl -. E auspichiamo che possa realizzarsi con un’azione condivisa tra tutte le forze politiche. Per parte nostra sosterremo queste proposte con iniziative concrete tra i lavoratori e i pensionati lombardi”. (lombardia.cisl.it)
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Ridurre i costi della politica, a cominciare dalla Giunta e dal Consiglio Regionale
2 min per leggere questo articoloPubblicato il 27 Giugno 2011