Le ricadute sociali dei tagli alla scuola
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Le ricadute sociali dei tagli alla scuola

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Pubblicato il 31 Marzo 2011

“In Lombardia gli organici sono in fase di definizione, ma quello che emerge è che il Governo si diverte a maltrattare la scuola”. Il Segretario generale della Cisl Scuola di Brescia, Enrico Franceschini, ha convocato questa mattina una conferenza stampa per dare conto della grave situazione in cui verrà a trovarsi la scuola con i tagli imposti dal ministro Gelmini.
I dati di partenza sono quelli su scala regionale che la Cisl Lombardia e la Cisl Scuola hanno denunciato nei giorni scorsi attraverso un’intera pagina del Corriere della Sera e di Avvenire: : 1.424 docenti in meno alle elementari ( – 4,04%), 235 posti tagliati alle medie (-1,23%), 872 in meno alle superiori (-3,41%). Altri tagli riguardano il personale ausiliario tecnico e amministrativo che perderà 1.920 unità. E tutto ciò a fronte di un aumento del numero degli studenti che il prossimo anno scolastico saranno 9.338 in più.

Per i numeri bresciani, bisognerà aspettare che la direzione regionale comunichi la ripartizione provinciale, ma una stima, almeno sulle elementari, è già possibile: “La ricaduta dei tagli sulla scuola primaria a Brescia potrebbe arrivare all’ipotesi massima di 300 posti tagliati a livello provinciale, Valcamonica compresa – ha detto Franceschini – e va sottolineato che con i criteri di razionalizzazione adottati, non ci saranno meno di 27 alunni per classe, ci sarà l’accorpamento delle classi intermedie e il tempo prolungato sarà confermato solo nelle quinte. Non si dà perciò una risposta alle richieste delle famiglie. Una rilevazione sulle richieste di queste ultime ha evidenziato che per soddisfarle ci sarebbe bisogno, in provincia, di 130 classi prime a tempo pieno. Invece saranno solo 89”.
C’è, insomma, grande preoccupazione per il futuro della scuola e per le ripercussioni che ne avranno le famiglie, per i posti di lavoro che verranno cancellati e per le professionalità che andranno disperse.

“Non è un problema che riguarda solo il personale della scuola – ha detto il Segretario generale della Cisl, Enzo Torri, presente alla conferenza stampa – è una questione che investe tutti gli ambiti sociali. In una Regione come la Lombardia in cui il sistema educativo è fortemente integrato al mondo del lavoro, i tagli decisi dal Governo rischiano di avere ricadute di lungo periodo che non sono state adeguatamente considerate. Per questo noi chiediamo al Governo regionale una iniziativa forte verso il ministro Gelmini per scongiurare una situazione in cui la scuola entri di fatto in un processo di residualità incompatibile con le ambizioni di futuro del nostro Paese”.
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