Il settore del commercio arriva alla Festa dei 150 anni dell’unità d’Italia con idee un po’ confuse. In quella che ad un comune cittadino appare ormai come una giungla normativa, dove la Legge nazionale afferma una cosa, la Regione ci aggiunge del suo e i Comuni non si sa bene che cosa fanno, il 17 marzo succederà un po’ di tutto.
Per averne un’idea bastava leggere i quotidiani di oggi: “A Brescia saranno i commercianti a scegliere se alzare o meno le saracinesche dei loro negozi – scrive Bresciaoggi – sempre che questi non abbiano una superficie superiore ai 250 metri quadrati. Qui la deroga per gli esercizi di «medie» e «grandi» dimensioni prevista a Milano non è arrivata, o almeno non per il 17 marzo, data in cui anche realtà come il centro commerciale Freccia Rossa – sempre in prima linea quando si tratta di shopping – saranno tenute a mantenere chiusi i battenti di tutti i negozi, a eccezione di eventuali aree cinema e ristorazione. La regola vale per il giorno dell’anniversario dell’Unità d’Italia, ma non per la Notte tricolore del 16, quando le deroghe saranno diverse: tutti gli esercizi commerciali della città, compresi quelli di medie e grandi dimensioni, potranno restare aperti sino alla mezzanotte”. Un minuto dopo mezzanotte si tornerà alla normativa regionale, quella che in sostanza equipara il 17 marzo a una qualsiasi domenica, e lascia ai negozi di vicinato la possibilità di decidere sul da farsi.
Nel prendere atto di una situazione al limite dell’assurdo, la Fisascat Cisl, il sindacato dei lavoratori del commercio, fa osservare che questo è il frutto di una normativa che non sa distinguere e non sa darsi delle priorità vere. In una dichiarazione per il canale video del nostro sito, Alberto Pluda, Segretario generale della Fisascat Cisl ricostruisce la vicenda e conclude: “Per quanto ci riguarda noi invitiamo i lavoratori a fare festa e ai commercianti chiediamo di dare rilievo alla giornata anche attraverso la scelta di tenere chiusi i loro esercizi”.