La Cisl chiede all’AIB di scegliere la strada della partecipazione
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La Cisl chiede all’AIB di scegliere la strada della partecipazione

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Pubblicato il 21 Febbraio 2011

“Mi augurerei che le affermazioni fatte da esponenti di primo piano dell’Aib sul ruolo del sindacato bresciano avessero destinatari precisi, evitando generiche responsabilità che non aiutano ad affrontare i problemi posti”. Enzo Torri, Segretario generale della Cisl di Brescia, reagisce così alle dichiarazioni del vice presidente dell’Aib sul tema della produttività a Brescia e sul ruolo che il sindacato bresciano svolge, o non svolge, su questo argomento. “Credo di poter dire – spiega Torri – che la Cisl, a livello nazionale come a Brescia, non ha mai rifiutato nessun confronto su progetti finalizzati al miglioramento dell’efficienza aziendale e della produttività. Dal nostro punto di vista, infatti, rafforzare la competitività delle aziende significa innanzitutto consolidare le prospettive occupazionali, e poi realizzare le condizioni per distribuire maggior reddito ai lavoratori. Questo criterio generale che informa, da sempre, l’azione sindacale della Cisl, è stato ulteriormente rafforzato in questi ultimi due anni di crisi, convinti come siamo che un quadro di rispetto delle tutele e dei diritti dei lavoratori sta in piedi se il lavoro c’è, se si costruiscono prospettive per una ripresa in grado di dare stabilità agli attuali occupati e, a maggior ragione, offrire occasioni ai tanti giovani che ricercano nel lavoro una risposta per organizzare le proprie prospettive di vita”.

Il Segretario generale della Cisl bresciana ribadisce che l’interesse a cogliere e favorire tutti gli sforzi tesi a creare lavoro è strutturale alla Cisl, “un lavoro – aggiunge – che le imprese non possono tarare sulla competizione con economie che si affermano in condizioni di sfruttamento dei lavoratori. Abbiamo bisogno di puntare sulla qualità del nostro sistema produttivo, e questo è un risultato che si raggiunge insieme: aziende che investono (impianti, prodotti, tecnologie) e formazione adeguata per i lavoratori per dare efficacia agli investimenti. Insieme significa che imprese, lavoratori e istituzioni sono protagonisti di un modello di relazioni che favorisca la partecipazione di ognuno ad un progetto comune, dove ognuno in questo progetto si assume la responsabilità di propria competenza. La Cisl questa scelta l’ha fatta da tempo, chiedendo anche alle controparti la coerenza necessaria, condividendo per questo fine che quote di salario seguissero l’andamento dei risultati dell’impresa”.

“Al vice presidente di Aib – conclude Torri – faccio presente che la sfida sulla produttività e sulla competitività l’ha messa in campo la Cisl chiedendo che ai lavoratori sia data la possibilità di essere attori e non comparse nel destino della propria impresa. Altre organizzazioni nel movimento sindacale si muovono su differenti direttrici. E’ chiaro a tutti, e dovrebbe esserlo a maggior ragione al sistema imprenditoriale, che c’è un sindacato che promuove un modello partecipativo e concertativo, ed un altro che insiste su un modello conflittuale e antagonista. Anche gli imprenditori devono scegliere, non possono aspettare che altri lo facciano per loro. Non cadrò nello stesso errore di generalizzare. Non ho problemi a riconoscere che ci sono imprenditori lungimiranti che la sfida l’hanno accettata e ne traggono risultati positivi, altri hanno preferito la strada della separazione delle responsabilità: imprenditore che decide e lavoratore che deve accettare . Forse tutti siamo chiamati a riflettere quale strada intraprendere”.