Trentacinque anni dopo la strage Brescia è tornata in piazza della Loggia. A trentacinque anni di distanza da quella piovosa mattina del 28 maggio 1974 quando alle 10 e 12 minuti sette etti di esplosivo saltarono nel cestino della spazzatura, seminando morte, terrore e paura, la città è scesa in piazza per non dimenticare. Per ricordare che i morti non hanno ancora avuto giustizia, che la verità non è ancora stata accertata. Per ricordare che la strage è una ferita ancora aperta per l’intera città, nonostante sia trascorso tutto questo tempo .E mai come quest’anno, con la corte d’assise impegnata da novembre in un processo lungo e difficile a carico di cinque imputati, la città ha ancora più sete di giustizia.
“Verità e giustizia” era scritto oggi sullo striscione che il sindacato ha portato in piazza, la stessa frase degli ultimi trentacinque anni. E il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dell’anniversario della strage di Piazza della Loggia, ha inviato al sindaco di Brescia, Adriano Paroli il seguente messaggio: “A trentacinque anni dalla orrenda strage che il 28 maggio 1974 colpì così duramente la città di Brescia, il mio pensiero commosso va ancora una volta alle vittime innocenti di quel barbaro attentato e al dolore dei loro famigliari.Quella strage costituì momento drammatico di un periodo oscuro nel quale la violenza eversiva mise a dura prova le istituzioni democratiche. Il ricordo di essa e di chi perse la vita quel giorno è vivo nella coscienza del Paese. Come ho sottolineato lo scorso 9 maggio in occasione della seconda celebrazione del Giorno della memoria – prosegue Napolitano – il ricordo è fondamento della identità collettiva di un popolo. Per non dimenticare quel che l’Italia ha vissuto e per sventare ogni rischio che tornino i fantasmi del passato, è dunque essenziale sviluppare un impegno costante di trasmissione della memoria e insieme di diffusione della cultura della convivenza pacifica, per l’esercizio dei diritti nell’ambito della legalità costituzionale”. Secondo Napolitano, “all’impegno civile e sociale deve accompagnarsi quello, altrettanto costante e comune, volto alla ricerca di valide conclusioni di giustizia e verità processuale da tanto tempo attese”. La novità di quest’anno non sta solo nel processo in corso, ma anche nell’assoluta assenza del palco per gli oratori. Tutti fianco a fianco. E tra la folla otto pannelli, a ricordare Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari e il marito Alberto Trebeschi, Giulietta Banzi Bazoli, Luigi Pinto, Euplo Natali, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda e la loro storia. (bresciaoggi.it)