In Italia il tasso di disoccupazione risulta in forte calo, pari al 50% rispetto ai massimi degli anni Novanta; gli “occupati temporanei involontari” sono però 2,3 milioni e 1,1 milioni i disoccupati di lunga o lunghissima durata; la popolazione in età da lavoro diminuisce e invecchia per la bassa natalità; la platea in cerca di impiego cresce con le regolarizzazioni degli stranieri. È quanto emerge dal Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2007, presentato da Carlo Dell’Aringa, professore di Economia politica all’Università Cattolica di Milano. Nel corso degli ultimi anni, si legge nella ricerca, “la debole crescita dell’offerta di lavoro si è confrontata con una domanda vivace, generando un deciso abbattimento della disoccupazione”. L’aumento della domanda non è stato uniforme: maggiore nei servizi privati e nell’edilizia, ancora in discesa nel settore pubblico, con le grandi imprese a incidere più delle piccole e medie imprese. Resta intatto il dislivello territoriale, dato che la crescita si concentra al Nord e investe soprattutto l’occupazione femminile, sollevandola dai livelli bassi di partenza. Aumenta il part-time e diminuiscono i contratti a termine, che hanno una durata media superiore a 12 mesi. Questa tipologia, in particolare, “è largamente un fatto involontario, in quanto la stragrande maggioranza preferirebbe un tempo indeterminato”. Ogni anno viene stabilizzato un lavoratore su quattro, mentre il 4% passa all’occupazione autonoma. Gli straordinari sono molto utilizzati dalle imprese, ma con “sostanziale disomogeneità”: il 69% riguarda gli uomini contro il 31% delle donne. Sulla congiuntura economica complessiva, il Cnel sottolinea il rischio di un ulteriore peggioramento e spiega che “il Pil crescerà solo di qualche decimo di punto percentuale nel 2008”. Anche l’occupazione “non aumenterà ai ritmi del passato”, come segnalano i recenti ricorsi alla cig, e per rafforzarla bisogna sostenere l’occupazione femminile, la diffusione del part-time e la qualità dei servizi. “I risultati in termini di sviluppo restano modesti”, afferma Dell’Aringa, e il sistema economico del Paese “ha difficoltà a espandersi e a difendere la propria posizione competitiva”. (www.ildiarodellavoro.it)
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