No alla direttiva UE sulle 60 ore lavorative settimanali
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No alla direttiva UE sulle 60 ore lavorative settimanali

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Pubblicato il 12 Giugno 2008

“Siamo molto allarmati per quello che lo stesso governo italiano, pur avendo dato il suo decisivo assenso, ha chiamato compromesso modesto”. Lo ha detto Giorgio Santini, Segretario Confederale Cisl, a proposito della Direttiva Europea sull’orario di lavoro. “Se da una parte l’accordo raggiunto dai 27 Governi riuniti nel Consiglio Europeo Affari Sociali a Lussemburgo ha finalmente sancito il principio della parità di trattamento per i lavoratori interinali – ha spiegato Santini – dall’altra ha aperto la strada alla modifica della direttiva sull’orario di lavoro, per la quale si potrà derogare all’orario massimo settimanale di 48 ore portandolo fino a 60 ore, addirittura anche in assenza di contrattazione collettiva. Si tratta di una possibilità che è in netta controtendenza rispetto alla rinnovata attenzione ai due grandi temi della salute e sicurezza sul lavoro e della conciliazione tra lavoro e vita personale e familiare. In particolare è di tutta evidenza che la possibilità di allungamento dell’orario oltre certi livelli è assolutamente penalizzante per l’occupazione femminile. Pur consapevoli che la normativa italiana è assai più avanzata e non verrà automaticamente modificata da una eventuale direttiva europea così congegnata, chiediamo al nostro Governo di lavorare affinché con la prossima presidenza francese e nel rapporto con il Parlamento europeo si possa trovare un equilibrio più avanzato. Riavviare la legislazione europea sui temi del lavoro è importante, ma essa deve essere improntata ad un avanzamento verso l’alto dei diritti e delle tutele e ad una promozione moderna del modello sociale europeo: se per il lavoro interinale siamo su questa strada, sull’orario di lavoro decisioni ed approccio generale devono essere profondamente rivisti”.