“Siamo molto allarmati per quello che lo stesso governo italiano, pur avendo dato il suo decisivo assenso, ha chiamato compromesso modesto”. Lo ha detto Giorgio Santini, Segretario Confederale Cisl, a proposito della Direttiva Europea sull’orario di lavoro. “Se da una parte l’accordo raggiunto dai 27 Governi riuniti nel Consiglio Europeo Affari Sociali a Lussemburgo ha finalmente sancito il principio della parità di trattamento per i lavoratori interinali – ha spiegato Santini – dall’altra ha aperto la strada alla modifica della direttiva sull’orario di lavoro, per la quale si potrà derogare all’orario massimo settimanale di 48 ore portandolo fino a 60 ore, addirittura anche in assenza di contrattazione collettiva. Si tratta di una possibilità che è in netta controtendenza rispetto alla rinnovata attenzione ai due grandi temi della salute e sicurezza sul lavoro e della conciliazione tra lavoro e vita personale e familiare. In particolare è di tutta evidenza che la possibilità di allungamento dell’orario oltre certi livelli è assolutamente penalizzante per l’occupazione femminile. Pur consapevoli che la normativa italiana è assai più avanzata e non verrà automaticamente modificata da una eventuale direttiva europea così congegnata, chiediamo al nostro Governo di lavorare affinché con la prossima presidenza francese e nel rapporto con il Parlamento europeo si possa trovare un equilibrio più avanzato. Riavviare la legislazione europea sui temi del lavoro è importante, ma essa deve essere improntata ad un avanzamento verso l’alto dei diritti e delle tutele e ad una promozione moderna del modello sociale europeo: se per il lavoro interinale siamo su questa strada, sull’orario di lavoro decisioni ed approccio generale devono essere profondamente rivisti”.

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No alla direttiva UE sulle 60 ore lavorative settimanali
< 1 min per leggere questo articoloPubblicato il 12 Giugno 2008