Il lavoro delle badanti, le donne straniere che nelle nostre case si occupano di bambini, anziani e non autosufficienti, vale 10 miliardi di euro l’anno. Lo stima il Censis che ha presentato – nell’ambito del consueto mese dedicato al sociale – alcuni dati che interessano il welfare italiano. Un welfare che – dice – “é bloccato, spreca risorse e non risponde ai bisogni”. L’istituto di ricerca rileva che dal 2004 al 2007 si è registrato un calo drastico degli immigrati impegnati nei servizi alle famiglie, pari a -20,8%, “segno – ritiene – di un probabile ritorno al ‘nero'”. “Il numero effettivo di badanti che lavorano in Italia è nettamente superiore ai dati ufficiali. Stime prudenziali consentono di fissare in 700-800 mila le persone che lavorano in famiglia e in 10 miliardi di euro il valore annuale della loro attività”.
Rispetto ai 646 mila stranieri regolarizzati nel 2002, il Censis afferma che cinque anni dopo (2007) erano 505 mila coloro che avevano ancora un lavoro ed erano regolari. Il 60% si è trasferito in un’altra provincia di lavoro. Più di 88 mila si sono sposati. Per i ricercatori, questo è segno di una “grande vitalità, ma la riduzione del 22% di immigrati regolarizzati, certamente non usciti dall’Italia, indica che sono finiti nell’economia sommersa, a testimoniare la scarsa capacità del sistema sociale di includerli”. Cinque anni dopo la regolarizzazione del 2002, un immigrato su cinque – complessivamente quasi 142 mila – è finito nell’economia sommersa. Lo stima il Censis. Per gli immigrati regolari non è inconsueta la prospettiva di finire in ‘nero’. Nel 2007 – afferma l’istituto di ricerca – erano 505 mila quelli inizialmente regolarizzati nel 2002 (su un totale di 646 mila) che avevano ancora un lavoro ed erano ancora regolari. Il 60% si era trasferito in un’altra provincia per lavoro. Più di 88 mila si erano sposati. Tutti “segnali di grande vitalità” afferma il Censis che però sottolinea la riduzione del 22% di immigrati regolarizzati (oltre 141 mila) e non più tali: “sicuramente non sono usciti dall’Italia ma finiti nell’economia sommersa. Il che testimonia la scarsa capacità del sistema di includerli”. Inoltre, “indica le difficoltà burocratico amministrative di stare dentro i limiti di una normativa che lega il permesso di soggiorno ad un lavoro regolare, laddove è nota la fortissima presenza di economia sommersa, specie in molti settori in cui operano gli immigrati, dal lavoro in famiglia ai cantieri”. Anche le badanti sono finite nel sommerso. Dal 2004 al 2007, si è registrato un calo anche nelle badanti pari al 20,8%. Anche questo segno di un probabile ritorno al nero. Fra l’altro, non è possibile assumere la badante ucraina o romena affidabile a causa di una “rigidità giuridica”. Il numero effettivo di badanti che lavorano in Italia – proseguono i ricercatori del Censis – è nettamente superiore ai dati ufficiali. Stime prudenziali consentono di fissare in 700-800 mila le persone che lavorano in famiglia e in 10 miliardi di euro il valore annuale della loro attività. (www.ansa.it)