Valtrompia in bianco e nero
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Valtrompia in bianco e nero

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Pubblicato il 22 Febbraio 2008

“Stranieri no-strani” è il titolo dei dossier fotografici programmati per tutto il 2008 dalla rivista Popoli, mensile internazionale dei Gesuiti, iniziativa che anche quest’anno avrà il sostegno della Csil Lombardia e di Banca Etica. Il filo conduttore dei reportage è la varietà delle comunità di immigrati presenti nel nostro Paese. Storie, provenienze, tradizioni e modalità di inserimento diverse, che fanno sempre più dell’Italia un caleidoscopio di popoli.

Nel numero di febbraio della rivista è intitolato “Val Trompia in bianco e nero”.

La presentazione del dossier

Non deve sorprendere la presenza di lavoratori africani in una terra come la Val Trompia: in questi anni le industrie locali hanno ripreso ad attirare operai. Tra fresatrici e tornitrici, molti senegalesi trovano opportunità per realizzare progetti e inseguire il sogno che è stato di tanti immigrati italiani prima di loro: l’indipendenza economica. Anche se sono solo il 2% degli immigrati in Italia, i senegalesi sono i più numerosi tra i gruppi nazionali dell’Africa sub-sahariana. Una comunità in gran parte costituita da uomini, musulmani e di etnia wolof. E molti wolof giunti in Italia, come membri attivi della confraternita islamica dei muridi, sono attenti agli insegnamenti di Ahmadou Bamba, il mistico fondatore, che indica nei legami comunitari e nella «santificazione» quasi calvinista del lavoro alcuni capisaldi di una buona condotta di vita, anche lontano dal proprio Paese.

Il fotografo

Marco Costa, milanese, ha studiato fotografia presso il C.f.p. «R. Bauer» e si è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Dal 1987 abbina il mestiere di fotografo a un’intensa attività didattica. Nei suoi viaggi ha realizzato reportage in America latina, Africa, Medio Oriente, Cina e India. Nel 1991 ha conseguito la menzione di merito a «Les Rencontres Internationales de la Photographie d’Arles» (Francia), con un lavoro sul Guatemala. Dal 1992 al 1997 ha collaborato con l’Archivio di Etnografia e Storia sociale della Regione Lombardia. Con un gruppo di ricercatori ha pubblicato quattro volumi dedicati a famiglie, ambienti e lavori di popolazioni immigrate nell’area di Milano e ha recentemente concluso un lungo lavoro sulla transumanza.