Anche Brescia ha la sua emergenza, meno puzzolente di quella che tocca ai cittadini napoletani, ma sempre di emergenza si tratta. È quella della corrispondenza che non viene consegnata perché negli Uffici Postali mancano portalettere e impiegati. È una emergenza che viene nascosta, taciuta, addirittura negata. Ma le denunce riportate dai giornali, le proteste che si allargano a macchia d’olio in città e in diversi centri della provincia sono il segnale che la gente non sopporta più le bugie dell’Azienda Poste Italiane. Ad aggravare una situazione già vicino al collasso è stata la nuova riorganizzazione del recapito imposta dalla Direzione centrale: una follia organizzativa che sta producendo disastri ovunque. Gli unici a fare festa sono i concorrenti stranieri di Poste Italiane che trovano un terreno perfettamente prepararato per il loro futuro business.
“L’ultima scoperta che abbiamo fatto – racconta Giovanni Punzi, Segretario del sindacato postali della Cisl – è stata fatta al CMP di Brescia, il Centro di Smistamento Postale di via Dalmazia, dove giacciono nei seminterrati 16 gabbie e una ventina di contenitori più piccoli, strapiene di stampe con le indicazioni più varie: destinatario sconosciuto, indirizzo insufficiente, destinatario partito, destinatario trasferito. Come mai questi quintali di posta siano fermi da giorni non è dato sapere. Certo è che non si tratta solo di corrispondenza di Brescia e provincia, ma anche di Bergamo e provincia, di Mantova, Savona, Genova, Trento e anche del meridione. Certo sarebbe auspicabile un intervento della Polizia Postale, che a Brescia ancora c’è. Possibile che effettui controlli solo sui sistemi informatici e non più sulla normale corrispondenza?”.
Viene da chiedersi se il Centro di Smistamento Postale di Brescia è destinato a diventare una “discarica” della posta da far sparire. “Troppi dubbi, troppe mosse furbette, troppa corrispondenza che si volatilizza – commenta il sindacalista – La Lombardia postale sta anticipando le pulizie di Pasqua, evidentemente a sostegno delle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane secondo il quale non ci sono problemi sulla consegna della corrispondenza e gli uffici postali sono vuoti privi di giacenze. Sicuramente con operazioni come quelle messe in campo dai dirigenti lombardi, gli ispettori inviati da Roma non potranno che constatare che il servizio postale funziona. Tornino a trovarci, magari senza preavviso, e si facciano un giretto negli scantinati, nei garage dei grossi stabilimenti e dentro i furgoni che trasportano la corrispondenza da un centro di raccolta all’altro. Troverebbero delle sorprese e i loro rapporti forse sarebbero meno idilliaci ma sicuramente un poco più aderenti alla realtà”.