Dopo quasi sette mesi di trattativa dura, segnati da scioperi e blocchi stradali, sindacati e Federmeccanica hanno firmato l’accordo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto il 30 giugno 2007. Un’intesa che, si è augurato il premier Romano Prodi, deve essere “premessa per migliorare produttività e efficienza di tutto il sistema e dare maggiore potere d’acquisto ai lavoratori” e consente di “guardare il futuro con una prospettiva più favorevole”. Determinante per la firma dell’accordo la mediazione del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, riuscito a far avvicinare le parti sui nodi più difficili. Al milione e mezzo di metalmeccanici saranno riconosciuti 127 euro lordi di aumento salariale per i prossimi 30 mesi, 260 euro per chi non fa contrattazione di secondo livello, 300 euro di una tantum per coprire il ritardo del rinnovo contrattuale e, per la prima volta, la parità normativa fra operai e impiegati. Risultato “di grande rilevanza per i lavoratori, per il miglioramento delle loro tutele e per le retribuzioni, fortemente sentito in questo periodo – ha commentato Damiano – Ma è un risultato importante anche per le imprese e per il Paese, che ha bisogno di stabilizzazione e certezze”.
Per il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini “é stato un accordo difficile ma era l’unico possibile. Ora la parola passa ai lavoratori che si devono esprimere con un referendum, la cui data sarà decisa forse mercoledì dall’Assemblea dei Cinquecento”. La consultazione potrebbe concludersi entro febbraio. Per il leader della Fim Cisl, Giorgio Caprioli “ci sono stati molti miglioramenti, anche se non abbiamo portato a casa tutto”. Quindi, “un buon contratto soprattutto dal punto di vista economico – ha rilevato il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi – perché un aumento di 127 euro, corrisponde a circa l’1% in più”.
Soddisfazione anche da Federmeccanica che ora si augura un percorso verso la defiscalizzazione degli straordinari e della contrattazione di secondo livello. “È stato un contratto difficile – ha detto il presidente Massimo Calearo – ma lo abbiamo chiuso nell’interesse del Paese e dei lavoratori. C’é ancora molto da fare perché le imprese hanno bisogno di competitività e vivono un momento molto difficile con una concorrenza spietata”.
Leggi il testo dell’accordo e la nota de www.ildiariodellavoro.it.