Segnali positivi nel 2006 e nei primi mesi del 2007 arrivano dall’industria italiana. Ma il sistema soffre ancora, soprattutto per i ritardi delle piccole imprese, coinvolgendo più di 500.000 lavoratori, il cui posto viene considerato “a rischio” a fronte delle numerose crisi aziendali. A fare il punto sullo stato dell’industria italiana è la Cisl nel suo ultimo Osservatorio sul sistema, in cui rileva “il persistere di numerose situazioni critiche”. Nel 2006, si legge nel rapporto della confederazione di Via Po, si è registrato così un ulteriore aumento dei lavoratori coinvolti, passati da 474.000 ad oltre 517.000. Anche la cassa integrazione è aumentata, anche se in misura più lieve, passando da 258.760 unità nel 2005 a 269.979 nel 2006. La Cisl evidenzia diverse crisi strutturali ancora irrisolte, in particolare nel settore dell’elettronica. Ma, fortunatamente, diminuisce il numero dei lavoratori coinvolti nei processi di mobilità: 93.875 nel 2006 contro gli oltre 104.000 del 2005. In generale, sottolinea la Cisl, la ripresa dell’industria emersa nel 2006 (la produzione è cresciuta del 2,6%) deriva dallo stimolo delle imprese medio grandi, mentre piccole imprese e distretti mostrano ancora segni di sofferenza. Una situazione documentabile con i dati relativi alla Cassa integrazione: nel 2006 rispetto al 2005, le ore complessive autorizzate per trattamento d’integrazione salariale nella gestione industria (Cassa integrazione ordinaria+Cassa integrazione speciale) si sono ridotte del 7,3%, dato che sembrerebbe in linea con la tendenza alla ripresa. Tuttavia la situazione è più complessa della media complessiva, in quanto ad una riduzione delle ore della Cassa ordinaria corrisponde un aumento delle ore erogate dalla Cassa straordinaria, che segnalano le situazioni di crisi aziendale non superate, e che rappresentano nel 2006 il 70,4% delle ore erogate, contro il 49,8% del 2005. Nel primo trimestre dell’anno in corso sembra però essersi verificata una prima inversione di tendenza: è infatti diminuito sia il ricorso alla cassa ordinaria che a quella speciale, con un utilizzo della Cig in calo complessivamente di circa il 30%. Per uscire dallo stato di sofferenza e fare in modo che i primi timidi segnali diventino stabili, la Cisl propone quindi le sue soluzioni: sostenere le medie imprese emergenti, che hanno compiuto un salto dimensionale e devono completare la transizione; trasferire risorse alla diretta responsabilità delle regioni per sostenere distretti e piccole imprese; riproporre forme di politiche di settore, a partire dalla chimica; favorire l’internazionalizzazione dei distretti industriali. (Ansa)
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Presentato a Roma il rapporto Cisl sull’industria 2007
2 min per leggere questo articoloPubblicato il 18 Luglio 2007