Luci e ombre sulla “nuova” stazione ferroviaria
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Luci e ombre sulla “nuova” stazione ferroviaria

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Pubblicato il 27 Aprile 2007

Il quotidiano Bresciaoggi  pubblica questa mattina una lunga inchiesta dedicata alla “nuova” stazione ferroviaria cittadina. Nuovi arredi, nuovi negozi, nuova segnaletica: insomma, una radicale riorganizzazione. La sintesi che ne fa il giornale sta tutta nel titolo: “Stazione più bella, ma solo di giorno”.

C’è chi lamenta – si legge nell’occhiello dell’inchiesta – che dopo le 21 è impossibile trovare un dipendente delle ferrovie. “La stazione è cambiata in meglio – dice un pendolare – ma soltanto per chi la frequenta nelle ore diurne. Di sera i viaggiatori sono soli”.

“Questa è la scelta dell’azienda – dichiara Nunzio Rettore Segretario dei ferrovieri della Cisl di Brescia – Capisco che la gente sia disorientata da macchine automatiche per biglietti e sportelli chiusi. Noi abbiamo contrastato questa politica fin dall’inizio, ma più di tanto non si può fare. Le Ferrovie ne fanno una questione di costi e così gli sportelli chiudono. La stazione di Brescia soffre di più di altre di questa politica dei tagli e risparmio in quanto considerata stazione di portata regionale”.

Per quanto riguarda la sicurezza di sera e di notte il sindacalista sottolinea: “È vero quanto constatato da alcuni passeggeri. I mezzi in sosta notturna diventano oggetto di vandalismi e danneggiamenti, non solo sui binari di Brescia anche nelle stazioni di Rovato e Chiari”.

I miglioramenti, innegabili, avvenuti nelle strutture della stazione ferroviaria cittadina devono ora tradursi anche in una politica delle relazioni tra azienda e sindacato maggiormente incisiva e proficua. “Da tempo chiediamo all’azienda di sedersi ad un tavolo per regolamentare i molti problemi aperti – precisa Nunzio Rettore – tra i quali quello della struttura dormitorio per gli operai dipendenti dello scalo merci. Con una rigidità senza precedenti l’accesso a questa struttura, il cosiddetto Ferrohotel, è ora vietata ai dipendenti che non hanno sede lavorativa a Brescia, escludendo così operai delle Ferrovie che per tornare a casa spesso devono percorrere molti chilometri. L’incertezza comunque riguarda anche i ferrovieri in trasferta a Brescia, che prima di poter accedere al Ferrohotel devono presentare una formale richiesta alla direzione compartimentale. Una questione ingarbugliata che va sanata”.