Bonanni al Consiglio generale della Cisl Brescia
TORNA INDIETRO

Bonanni al Consiglio generale della Cisl Brescia

2 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 9 Marzo 2007

“La convocazione del governo sta tardando. Non capisco perché Prodi a ogni piè sospinto annunci incontri che poi non avvengono. Capisco che hanno bisogno di mettersi d’accordo, è un bene che si presentino al tavolo con una proposta unica, ma è arrivato il momento di sapere quando e su cosa si muoverà il governo”. Così il segretario generale, Raffaele Bonanni, a Brescia per il consiglio generale della Cisl, ha richiamato all’ordine il governo, sollecitando l’avvio del pluriannunciato confronto su previdenza, mercato del lavoro, sviluppo e produttività. “Spero che il governo ci convochi – ha puntualizzato – per stabilire condizioni nuove per la ripresa economica, attraverso sviluppo e infrastrutture”. Quanto ai temi prioritari per il confronto, oltre alla spinosa questione della riforma previdenziale, Bonanni dopo aver sottolineato che la Cisl nel 2006 ha avuto 60 mila nuovi iscritti di cui 45 mila lavoratori attivi, ha indicato la necessità di più risorse per le infrastrutture, per la logistica, per il pubblico impiego, per la rivalutazione delle pensioni e, non ultimo, per un sistema di incentivi alla contrattazione di secondo livello. “Chiediamo sgravi fiscali per gli aumenti legati alla produttività – ha spiegato al consiglio generale della Cisl bresciana – perché così facendo si livella il contenzioso sui contratti, si agevola la funzione del contratto nazionale e si dà un viatico ai salari e all’economia che, come ben sappiamo, è rallentata anche da consumi troppo bassi”.

“L’intesa confederale unitaria, qui da noi ha problemi che nessun’altra dimensione territoriale evidenzia – ha sottolineato Renato Zaltieri, segretario generale della Cisl bresciana -. Il dialogo con la Camera del Lavoro è costantemente condizionato da una posizione ideologica tale che è difficile trovare punti di convergenza per un’efficace azione sindacale unitaria”. Un ulteriore banco di prova, in questo senso, sarà la gestione dell’intesa raggiunta nei mesi scorsi con l’Associazione industriali bresciani. “È un accordo importante – ha ricordato Zaltieri ai dirigenti cislini riuniti nell’auditorium della sede bresciana – un possibile segnale per un’inversione di rotta che ci collochi in una prospettiva nuova. Certo adesso dovrà essere verificato sui contenuti sapendo che l’abbiamo firmato unitariamente, ma che al di là della filosofia non abbiamo una posizione unitaria”. Quanto al tema della retribuzione e del potere d’acquisto dei salari, la questione, vista da Brescia ha più di un riscontro oggettivo. Gli ultimi dati relativi al 2006, infatti, mettono in evidenza che le retribuzioni dei bresciani sono aumentate del 6% (impiegati), del 7% (dirigenti) e anche del 9% (quadri e operai). “A livello lombardo però restiamo ancora indietro, i nostri dirigenti non superano il quarto posto e gli operai sono addirittura al settimo – ha spiegato Zaltieri -. La “leonessa” continua a ruggire, ma manca un progetto di sviluppo di ampio respiro e, dal punto di vista prettamente sindacale, un’azione contrattuale ancora più incisiva”.