Brescia non può diventare il far west dei centri commerciali. Occorre fermare una macchina impazzita che ha portato la nostra provincia ad avere in Italia la più alta densità di grandi strutture commerciali rispetto al numero di abitanti. La densità dei centri commerciali nel bresciano è quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Siamo in presenza di un mercato ormai saturo e questo imporrebbe una seria riflessione anche alle istituzioni politiche, perché ci sia uno stop alle continue aperture (sono sette quelle nuove già autorizzate), perché non è solo un problema di carattere commerciale ma riguarda anche la gestione e tutela del territorio.
Cgil Cisl e Uil di Brescia, assieme alle rispettive Categorie del Commercio, rilanciano una campagna di informazione e di sensibilizzazione su un fenomeno che non solo va modificando la percezione del tempo di lavoro e tempo di festa, ma ha innescato una concorrenza selvaggia che scarica i suoi effetti sui lavoratori dei centri commerciali, che sono soprattutto donne, sotto forma di riorganizzazione dei turni e degli orari, appesantimento dei carichi di lavoro, assunzione di personale sempre più precario, sostanziale riduzione dei diritti.
I Segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, Pierluigi Cetti, Alberto Pluda e Roberto Maestrelli, insieme ai Segretari di Cgil Fausto Beltrami, Cisl Enzo Torri e Uil Angelo Zanelli, ne hanno parlato nei giorni scorsi anche con il Vescovo di Brescia, Mons. Luigi Sanguineti, manifestandogli la loro preoccupazione anche alla luce della nuova proposta di Legge Regionale in materia di orari di apertura che dal gennaio 2008 potrebbe portare le domeniche di apertura dei centri commerciali da 8 a 17, ovviamente con l’aggiunta di tutto il mese di dicembre e con 10 domeniche di apertura decise a livello locale.
Chiunque può facilmente rendersi conto di cosa significhi per un lavoratore e per la sua vita familiare avere davanti a se la prospettiva di 32 domeniche di lavoro, sullo sfondo per di più di un altro provvedimento legislativo che vorrebbe ampliare la fascia oraria di apertura dalle 5 del mattino fino alla mezzanotte.
Richiamandosi alla sessione di studio dedicata al problema nel recente convegno ecclesiale di Verona, i rappresentanti sindacali hanno ribadito nel dialogo con Mons. Sanguineti che quella a favore del riposo domenicale è per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil una presa di posizione fermissima, difesa e sostenuta anche come principio fondamentale di salvaguardia di un valore che va identificato con il tempo libero da dedicare alla cura della vita familiare, culturale, sociale e religiosa. Un tempo comune di astensione dal lavoro, il tempo comune della domenica, della festa, valore imprescindibile per ogni comunità civile, bene collettivo degno di tutela sociale.
L’incontro con il Vescovo di Brescia rientra in un programma che ha portato e porterà il sindacato bresciano a confronto con le istituzioni locali, i Consiglieri Regionali bresciani e le associazioni. Molto importante è il coinvolgimento diretto anche delle associazioni datoriali che, pur con dei distinguo, mostrano preoccupazione per l’impatto che avrebbe questa nuova legge.