Industria metalmeccanica in difficile risalita
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Industria metalmeccanica in difficile risalita

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Pubblicato il 3 Agosto 2006

Mentre le fabbriche chiudono e si svuotano per le ferie estive, il sindacato dei metalmeccanici Fim Cisl presenta il suo 19° rapporto sulle situazioni di crisi nel settore metalmeccanico della Lombardia, che conta oltre 5.700 imprese con 550mila addetti. Il rapporto si riferisce ai dati del primo semestre del 2006 e presenta un’articolata fotografia del settore: con una generale attenuazione della diffusione delle crisi aziendali, ma con il permanere di importanti difficoltà che preoccupano il sindacato e richiedono interventi urgenti. “La ripresa non è ancora diventata crescita e soprattutto non cancella i problemi di globalizzazione, competitività e selezione che stanno da tempo impegnando l’industria lombarda – sottolinea il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia -. Insomma, la crisi morde meno, ma dove lo fa produce conseguenze molti forti”. Questi i dati principali che emergono dal rapporto:

“Anche i dati del nostro Osservatorio confermano una generale attenuazione della crisi e il miglioramento della congiuntura nel settore metalmeccanico lombardo – commenta ancora Roberto Benaglia -. Come sindacato tuttavia temiamo che si tratti di un rimbalzo temporaneo. La Lombardia è sempre pronta ad agganciarsi ad una ripresa della domanda internazionale, ma questa da sola non basta. Mentre la congiuntura migliora, i portafogli ordini crescono e la cassa ordinaria diminuisce, lanciamo un allarme: l’aumento dei lavoratori messi in cassa straordinaria evidenzia il permanere di troppe crisi aziendali non risolte che in autunno rischiano di esplodere in modo pesante. Per questo – insiste Benaglia – la Fim Cisl chiede con forza che i temi dello sviluppo, del sostegno alla crescita, del rilancio dell’industria – affrontando i nodi delle infrastrutture, del cuneo fiscale e dell’occupazione – siano al centro della prossima Finanziaria e siano la priorità di tutta la Cisl e del sindacalismo confederale nel confronto con industriali e governo”.

Leggi l’articolo del Giornale di Brescia.