Non decolla la trattativa con le Poste Italiane in Lombardia. La direzione regionale, accusa il sindacato dei postali lombardi, ha dimostrato una chiusura ed una insensibilità su tutti i fronti che ha costretto Cisl, Cgil e Uil ad aprire una fase di mobilitazione per garantire la qualità dei servizi, il presidio del territorio ed una stabilità dei livelli occupazionali nell’intero settore. Tra i mali che affliggono le Poste il più evidente è la carenza di personale agli sportelli, determinata da diversi fattori, come il personale distolto dalla sportelleria (oltre 600 unità) per essere impiegato nei servizi commerciali; oltre 500 unità hanno trasformato i loro contratti da full-time a part-time; pensionamenti incentivati; apertura turni pomeridiani; mancato riconoscimento economico delle prestazioni straordinarie e verifica della corrispondenza tra orario di timbratura e quello di permanenza in ufficio. Grandi difficoltà si registrano anche nel settore del Recapito, a causa di: impossibilità di fruire le ferie (anche programmate) che portano ad avere residui di anni precedenti che mediamente si attestano sulle 40/50 giornate; personale assente per lunghi periodi che non viene sostituito (inidoneità, infortuni, maternità, lunghe malattie ecc…); pensionamenti anche incentivati senza le altrettante assunzioni; prestazioni straordinarie ed aggiuntive ed oltre l’orario d’obbligo retribuite in maniera forfetaria.
Per Brescia le sportelizzazioni sono appena 13 mentre la carenza di impiegati delle filiali 1 e 2 è di circa 100 unità. In merito all’orario di lavoro e al riconoscimento della prestazione straordinaria, l’Ispettorato del Lavoro di Brescia sta effettuando i controlli orari presso la filiale di Brescia 1 da circa 2 mesi e si prevede che questi controlli continueranno per altri 3 mesi per accertare le segnalazioni/denunce effettuate dalle organizzazioni sindacali confederali. Continuano intanto sul territorio bresciano le improvvise chiusure degli uffici postali per la carenza di personale.
Inoltre l’azienda sta approntando un piano di chiusure estive per poter far fronte anche in questo caso ad erogare le ferie al personale. Giornalmente nelle due filiali di Brescia circa 100 unità vengono movimentate per garantire l’apertura degli uffici postali. “Quanto più aumenta l’indifferenza delle Istituzioni nei confronti del servizio postale – Giovanni Punzi Segretario generale della SLP CISL di Brescia tanto più aumenta il potere decisionale dei dirigenti Poste Italiane a chiudere o ridurre i servizi in particolare nelle piccole realtà montane”.