Unita’ di intenti per uscire dalla crisi
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Unita’ di intenti per uscire dalla crisi

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Pubblicato il 14 Novembre 2005

Nel dibattito sulla crisi economica a Brescia aperto da qualche settimana dal “Giornale di Brescia”, dibattito che accompagna la preparazione degli Stati Generali dell’economia previsti per il prossimo dicembre, è stato chiesto un contributo anche al Segretario generale della Cisl di Brescia Renato Zaltieri.

“Una storia straordinaria di impresa e di lavoro come quella bresciana – ha scritto Zaltieri – non può lasciare avanzare l’idea che il capitalismo azionario soppianti il capitalismo produttivo. Occorre che Brescia riesca a decidere il ruolo e il senso del lavoro nel presente e nel futuro della nostra città e della nostra provincia”.

Qui di seguito il testo dell’intervento del Segretario generale della Cisl bresciana.

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PRIMO PASSO PER USCIRE DALLA CRISI

La crisi non si risolve sbattendo i pugni sul tavolo per richiamare tutti all’ottimismo. Sono trovate buone per un titolo di giornale, non per dare risposte alla gente che fatica ad arrivare a fine mense e che si domanda se l’azienda in cui lavora ce la farà ad andare avanti. Nel raffronto tra ottobre 2004 e ottobre 2005 la cassa integrazione erogata a Brescia è aumentata del 374%. E si tratta di “cassa integrazione straordinaria”, quella delle situazioni più gravi che riguardano la chiusura o le ristrutturazioni aziendali. A me piacerebbe tanto parlare d’altro. Ma non si può. E a quegli osservatori che dicono che il sindacato insiste sulla crisi senza avere, in fondo, poco o niente da dire, rispondo che la loro è un’ignoranza colpevole, qualcosa di più grave di una distrazione. Non posso e non voglio riprendere qui il contenuto delle proposte sindacali sulla difficile situazione che anche Brescia sta attraversando. Ricordo a tutti che c’è, che è stato presentato pubblicamente, che è in distribuzione in tutte le sedi sindacali, che è stato spedito a tutti coloro che hanno una qualche responsabilità o qualche titolo di rappresentanza sociale, politica, economica o istituzionale. Mi limito a richiamare l’attenzione su un aspetto soltanto che non può essere estraneo al dibattito aperto su queste pagine e al dibattito che dovrebbe alimentare anche in altre sedi questa grande attesa per gli Stati generali. È il problema del ruolo e del senso del lavoro nel presente e nel futuro della nostra città e della nostra provincia. Una storia straordinaria di impresa e di lavoro come quella bresciana non può lasciare avanzare l’idea che il capitalismo azionario, con il corollario di quella arrogante superiorità che vorrebbe imporre, soppianti il capitalismo produttivo. Questo è il rischio che sta sotto, dietro e dentro la crisi. Ma se questo problema resta sullo sfondo, la risposta, qualunque risposta avrà respiro corto. Tutte le questioni emerse fin qui nel dibattito sono importanti, ma io credo che bisognerebbe iscriverle dentro un disegno progettuale per lo sviluppo. Il presente va gestito, e ognuno deve fare fino in fondo la sua parte. Ma sul futuro a breve, medio e lungo periodo, togliamoci ogni illusione: non saranno i timidissimi segnali di ripresa o l’indebolimento dell’Euro a risolvere i nostri problemi. Quali sono le scelte di fondo per Brescia 2010, 2020, 2030? Mi rendo conto che è una sfida impegnativa, ma lo sarebbe molto meno se fosse un percorso condiviso. Oggi, più di ieri – ha detto nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica affrontando il tema della crisi – serve unità, serve volontà collettiva, serve collaborazione, concertazione tra imprenditori, lavoratori e istituzioni. Sono convinto che lo snodo vero è questo; è da qui che può venire davvero il rilancio economico e industriale della nostra realtà provinciale e del nostro paese. Sarei felice di essere smentito, ma io non credo che gli Stati generali vadano in questa direzione. Anche questo però può diventare il punto di partenza per una stagione nuova del dialogo sociale a Brescia. Credo sia un dovere per tutti, per il sindacato, per gli attori del sistema economico, per la politica.

Renato Zaltieri

Il contributo è stato pubblicato nell’edizione del Giornale di Brescia di domenica 13 novembre 2005.