Influenza aviaria: gravi ripercussioni sull’occupazione
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Influenza aviaria: gravi ripercussioni sull’occupazione

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Pubblicato il 26 Ottobre 2005

Il settore avicolo italiano, dalla fine del mese di agosto scorso, a causa del costante allarme suscitato dai media sul possibile futuro diffondersi, anche in Italia, dell’influenza aviaria, sta subendo la più grave crisi che si ricordi.

Il calo dei consumi, quantificabili inizialmente in un meno 20%, ha assunto oggi livelli assai superiori con punte del 60%, e contemporaneamente il prezzo delle carni si è ridotto del 50%. Una situazione che sta mettendo in ginocchio l’avicoltura italiana, l’unico settore zootecnico nazionale autosufficiente, che l’anno scorso ha fatturato 4,5 miliardi di euro, dando lavoro ad oltre 80.000 addetti.

Questa drammatica situazione di crisi dei consumi, che non ha riscontro in nessun altro Paese europeo, è stata determinata unicamente a seguito di un ingiustificato allarmismo, e non a causa di eventi sanitari effettivi occorsi in Italia. A tal proposito, va sottolineato che una fitta rete di controlli sanitari consente da anni un costante e rigoroso monitoraggio lungo tutte le fasi della filiera che vanno dalla cova delle uova fino alla macellazione e alla commercializzazione. Ecco perché la situazione del nostro Paese è totalmente diversa rispetto a quella riscontrabile nei Paesi colpiti dall’influenza aviaria, dove esistono condizioni igienico-sanitarie e produttive non paragonabili con quelle nazionali.

Va ricordato che da anni gli imprenditori del settore hanno maturato la consapevolezza che qualità e salubrità dei prodotti sono fattori fondamentali del loro business.

Attualmente le Aziende stanno provvedendo a congelare ed a stoccare gran parte della produzione, arrivando già a saturare le capacità di stoccaggio degli impianti frigoriferi disponibili sul territorio nazionale. Entro breve tempo, le Aziende saranno costrette a ridurre la produzione, causando un drastico calo di ore e giornate lavorative e determinando riflessi negativi sul piano occupazionale.

Per tentare di superare questa difficile congiuntura le Parti hanno già richiesto al Governo misure straordinarie di sostegno quali: lo stato di crisi del settore (finalizzato all’ottenimento dello stato di calamità naturale); esenzione dei contributi previdenziali ed assistenziali per tutta la filiera;slittamento delle scadenze finanziarie e ammortizzatori sociali per i lavoratori a tempo indeterminato e determinato.

Le Parti auspicano che la recente introduzione delle nuove misure di etichettatura sulla origine nazionale delle carni avicole induca i consumatori a recuperare fiducia nella produzione italiana, dando nuovo impulso alla ripresa dei consumi.

Comunicato unitario di FAI-CISL – FLAI-CGIL – UILA-UIL del 26 ottobre 2005