La Corte di conti bacchetta le regioni
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La Corte di conti bacchetta le regioni

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Pubblicato il 2 Agosto 2005

La Corte dei Conti boccia le Regioni: “risultati insoddisfacenti” per l’ente di controllo che ha reso nota l’analisi della gestione finanziaria delle Regioni a statuto ordinario per gli anni 2003 e 2004. Sono passate infatti dall’accreditamento netto di 3.252 milioni del 2003 ad un indebitamento di oltre 650 milioni di euro. Nel 2004 infatti c’è stato un peggioramento nel contribuito ai saldi, che ha interessato enti territoriali, ma soprattutto Regioni e Aziende sanitarie. Le spese complessive sono cresciute del 5,4% rispetto al 2003 e a pesare sono stati i trasferimenti ad enti pubblici (+12,2%) e i redditi da lavoro dipendente (+11%) ma anche il più che raddoppiato indebitamento delle aziende sanitarie che ha raggiunto i 5.700 milioni.

La spesa corrente ha subito un incremento del 10,5% e sono rallentati i consumi intermedi (+0,4% contro il 2,9% del 2003 e l’8,6% del 2002). Tuttavia, per quanto riguarda il rispetto del patto di stabilità “tutte le Regioni rientrerebbero nei limiti,- sottolinea la Corte dei Conti – sia in termini di impegni che di pagamenti. Il totale della spesa soggetta al patto – infatti – risulta nel 2004 inferiore, in termini assoluti, allo stesso livello registrato nel 2000”, ma sono state le categorie di spese non soggette al patto ad aver evidenziato l’incremento maggiore.

Nel complesso la spesa corrente tra il 2000 e il 2004 è cresciuta di oltre il 24 per cento in impegni (+21 per cento in termini di pagamenti) e “l’andamento è da ricondurre in primo luogo ai trasferimenti alle aziende sanitarie cresciuti nello stesso intervallo del 26,8 per cento (del 28,6% i pagamenti) e, rispettivamente del 2,7 per cento e del 4,2 per cento nell’ultimo anno”. Le uscite complessive delle aziende sanitarie sono aumentate di circa il 9 per cento contro il 3 per cento del 2003 per le spese per redditi da lavoro dipendente (+10%), per consumi intermedi (+10,4%) e per gli acquisti di beni e servizi da produttori market cresciuti nell’anno del 7,4 %, “soprattutto per la accelerazione della spesa per farmaci”. La spesa non sanitaria è cresciuta, nel periodo, in termini di impegni del 16%, mentre si è ridotta del 3,6 per cento in termini di pagamenti.