Rifondazione comunista, le elezioni e la Cisl
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Rifondazione comunista, le elezioni e la Cisl

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Pubblicato il 18 Aprile 2003

Il Consigliere regionale di Rifondazione comunista Mirko Lombardi accusa la Cisl di essere tra coloro che hanno impedito l’alleanza del centro sinistra con il suo partito in vista delle elezioni amministrative del prossimo 25 maggio. Lo ha fatto presentando ai giornalisti bresciani una sua lettera a Cofferati (a Brescia per una serata pro Corsini), un appello perché favorisse una ricomposizione tra centro sinistra e Rifondazione.

Il Segretario della Cisl bresciana Renato Zaltieri ha mandato in proposito ai giornali questa lettera:

Ho letto nell’edizione di giovedì 17 aprile, a proposito di elezioni a Brescia, una dichiarazione del consigliere regionale Mirko Lombardi rilasciata alla vigilia del passaggio a Brescia di Sergio Cofferati. Lamentando che per le prossime elezioni amministrative di Brescia il centrosinistra ha rifiutato di allearsi con Rifondazione Comunista sia al primo che al secondo turno, Lombardi afferma: ‘A Brescia nemmeno è stato possibile un confronto sui programmi, perché la chiusura a Rifondazione è stata determinata dal pregiudizio di schieramento che prima lo Sdi e poi la Margherita, la Cisl e il padronato hanno imposto all’Ulivo e al centrosinistrà. Anche considerando che si sia trattato di semplice ebbrezza da cofferatismo, non posso non replicare al consigliere Lombardi. Innanzitutto devo dire che la Cisl non ha avuto parte nel “pregiudiziale” schieramento che Rifondazione lamenta. Rilevo unicamente che a Brescia il centro sinistra ha fatto una scelta che la Cisl condivide pienamente. Non c’è infatti oggi niente di più distante dalle ambizioni di governo del centro sinistra bresciano che la politica di Rifondazione Comunista, quella sì fatta di pregiudiziali e di veti. Secondo me Lombardi dovrebbe prendersela con i DS che gli hanno soffiato Cofferati, il campione della ‘politica né né’, quel maestro di trasformismo che prima ha spaccato l’unità sindacale per schierare politicamente la Cgil contro il Governo, che sull’articolo 18 ha fatto le barricate più inutili della storia del movimento sindacale e che oggi di fronte al referendum, guarda caso di Rifondazione, sull’allargamento delle tutele dell’articolo 18 alle piccole imprese (che sono cosa diversa dai diritti!), è costretto ad ammettere che è una assurdità. Al consigliere Lombardi non resta che apparentarsi con la Cgil bresciana, con la quale del resto ha costruito il programma di Rifondazione per Brescia.