Iraq: ora vinca la pace
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Iraq: ora vinca la pace

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Pubblicato il 15 Aprile 2003

Il crollo del regime dittatoriale  di Saddam, salutato con gioia e senso di liberazione dal popolo iracheno , è una buona notizia che speriamo segni la fine delle uccisioni, delle sofferenze e delle distruzioni. Ora bisogna- aggiunge Pezzotta-  che sia ripristinato il ruolo dell’ONU e che si avvii un cammino di libertà e di democrazia fondato sulla cultura e sulle aspirazioni del popolo iracheno. Ma occorrono soprattutto aiuti umanitari concreti per le popolazioni colpite dal conflitto e il sindacato è già impegnato in tal senso  in prima persona in una raccolta di fondi, attraverso un ora di lavoro da destinare alle vittime del conflitto. Si è fatta strada una consapevolezza nuova  che non è con la  guerra che si risolvono i conflitti internazionali né, tantomeno, che si sconfigge il terrorismo.

La pace si costruisce con uno straordinario impegno per eliminare le tante ingiustizie, le povertà e la miseria che permangono nel mondo. L’interdipendenza tra popoli va vissuta come modo normale di stare dentro gli eventi, attribuendo ai Paesi democratici la responsabilità nella costruzione di istituzioni politiche e civili in grado di garantire i diritti umani, sociali e politici e la legalità internazionale

Un ruolo decisivo lo può esercitare l’Europa, dotandosi di un orientamento politico comune  con un  impegno forte per costruire la democrazia in Iraq,  nel rispetto  delle culture e delle  esigenze  di  quel  popolo.

È necessario  che riparta con urgenza il processo di pace in  Medio Oriente affinchè i popoli palestinese israeliano possano finalmente convivere in sicurezza e dignità reciproca e si disinneschi cosi’ un pericoloso focolaio di tensioni che produce instabilità e conflitti in tutta la zona.