Il crollo del regime dittatoriale di Saddam, salutato con gioia e senso di liberazione dal popolo iracheno , è una buona notizia che speriamo segni la fine delle uccisioni, delle sofferenze e delle distruzioni. Ora bisogna- aggiunge Pezzotta- che sia ripristinato il ruolo dell’ONU e che si avvii un cammino di libertà e di democrazia fondato sulla cultura e sulle aspirazioni del popolo iracheno. Ma occorrono soprattutto aiuti umanitari concreti per le popolazioni colpite dal conflitto e il sindacato è già impegnato in tal senso in prima persona in una raccolta di fondi, attraverso un ora di lavoro da destinare alle vittime del conflitto. Si è fatta strada una consapevolezza nuova che non è con la guerra che si risolvono i conflitti internazionali né, tantomeno, che si sconfigge il terrorismo.
La pace si costruisce con uno straordinario impegno per eliminare le tante ingiustizie, le povertà e la miseria che permangono nel mondo. L’interdipendenza tra popoli va vissuta come modo normale di stare dentro gli eventi, attribuendo ai Paesi democratici la responsabilità nella costruzione di istituzioni politiche e civili in grado di garantire i diritti umani, sociali e politici e la legalità internazionale
Un ruolo decisivo lo può esercitare l’Europa, dotandosi di un orientamento politico comune con un impegno forte per costruire la democrazia in Iraq, nel rispetto delle culture e delle esigenze di quel popolo.
È necessario che riparta con urgenza il processo di pace in Medio Oriente affinchè i popoli palestinese israeliano possano finalmente convivere in sicurezza e dignità reciproca e si disinneschi cosi’ un pericoloso focolaio di tensioni che produce instabilità e conflitti in tutta la zona.