La Cisl ha chiesto alla Ces e alla Cisl Internazionale di mobilitarsi contro la guerra in Iraq.
Si tratta della posizione della Cisl italina rivolta alle organizzazioni sindacali sovrannazionali di riferimento. Di seguito ecco le lettere inviate da Savino Pezzotta, Segretario Generale della Cisl a Guy Rider, Segretario Generale della Cisl internazionale e ad Emilio Gabaglio, Segretario generale della Ces
Emilio Gabaglio – Segretario Generale CES
Roma, 8 gennaio 2003
Caro Emilio,
I venti di guerra contro l’Iraq stanno soffiando sempre più forte anche in Europa. La CISL, i lavoratori e gran parte della società civile italiana hanno più volte e in vari modi espresso chiaramente in questi mesi il netto ripudio della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali.
Le posizioni assunte finora dalla CES sono condivisibili ma non sufficienti.
Penso che sia chiaro a tutti che la guerra, e in particolare questo conflitto, invece di risolvere i problemi ne apre di nuovi e lascia dietro di sé fratture e ferite difficilmente sanabili.
Sono convinto che tutto il movimento sindacale europeo debba urgentemente mobilitarsi a tutti i livelli per impedire che i governi d’Europa cedano alle pressioni politiche di chi considera questa guerra inevitabile.
Le risorse e l’attenzione dell’Europa, invece, dovrebbero essere tutte rivolte verso una urgente soluzione politica della crisi medio orientale, escludendo, in ogni caso, la guerra preventiva.
Per queste ragioni ti chiedo una nuova assunzione di responsabilità da parte della CES attraverso la convocazione urgente e in forma straordinaria del Comitato Esecutivo per decidere una serie di mobilitazioni in tutta Europa.
Proclamando una serie di iniziative a contrasto dell’intervento la CES potrebbe dare un grande segno di forza, di autonomia, imprimendo un nuovo impulso alla costruzione di un’Europa con un profilo politico e istituzionale che, mettendo al primo posto i valori della pace e della giustizia, anche come condizione essenziale per lo sviluppo e l’occupazione, realizzi una propria politica estera.
Cari saluti
Segretario Generale ICFTU – BRUXELLES
Roma, 9 gennaio 2003
Caro Guy,
I venti di guerra contro l’Iraq stanno soffiando sempre più forte. La CISL, i lavoratori e gran parte della società civile italiana hanno più volte e in vari modi espresso chiaramente in questi mesi il netto ripudio della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali.
La posizione assunta finora dalla ICFTU è condivisibile ma non più sufficiente.
Penso che sia chiaro a tutti che la guerra, e in particolare questo conflitto, invece di risolvere i problemi ne apre di nuovi e lascia dietro di sé fratture e ferite difficilmente sanabili.
Sono convinto che tutto il movimento sindacale internazionale debba, urgentemente, mobilitarsi a tutti i livelli per impedire che i governi democratici cedano alle pressioni politiche di chi considera questa guerra “preventiva” inevitabile.
Le risorse e l’attenzione del mondo, invece, dovrebbero essere tutte rivolte verso una urgente soluzione politica della crisi medio orientale.
Per queste ragioni ti chiedo una nuova assunzione di responsabilità da parte della ICFTU attraverso l’appello alla mobilitazione di tutti i sindacati affiliati nel mondo perché facciano pressioni sui propri governi per una soluzione pacifica in sede ONU del problema iracheno, come pure di quello medio orientale. La pace e la giustizia sono una condizione essenziale per lo sviluppo ed il rispetto dei diritti umani e sindacali nel mondo.
Cari saluti.