Perché lo sciopero nella scuola?
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Perché lo sciopero nella scuola?

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Pubblicato il 10 Settembre 2002

Lettera aperta ai cittadini ,ai lavoratori, agli studenti

Proclamare uno sciopero il primo giorno di scuola, come hanno fatto  CGIL-CISL-UIL SCUOLA della Lombardia, è una scelta che serve ad indicare a tutti: (lavoratori, cittadini, studenti) la gravità della situazione nella nostra regione.

Questa condizione di disagio riguarda soprattutto la qualità della proposta di istruzione e formazione che le scuole fino ad ora hanno cercato di organizzare e di proporre.

La decisione del Governo di ridurre le risorse umane (1185 posti di insegnamento + 600 posti per progetti in tutta la Lombardia) necessarie a rispondere ai diversi bisogni formativi, di fatto interrompe il processo con il quale in tutte le realtà scolastiche si sono programmate in questi anni di attività per:

Il Governo ha utilizzato in questo settore strategico per la crescita delle persone e lo sviluppo del paese il metodo del “risparmio di cassa” in luogo di quello più volte auspicato dell’investimento.

Per “segnare” questo dissenso, in modo unitario, le OOSS della scuola hanno individuato questa data simbolica: non così dovrebbe iniziare la scuola.

La rivendicazione di una scuola di qualità si intreccia inscindibilmente con quelle specifiche di tutti gli operatori scolastici:

I Dirigenti Scolastici responsabilizzati nel trovare soluzioni ai problemi che questo contesto ha prodotto in assenza di risorse umane e materiali. Non è secondaria la presenza diffusa di istituzioni scolastiche guidate da incaricati ( 34 a Brescia e Provincia, 20%) che ormai da anni attendono un concorso per regolarizzare la loro posizione e costruire quella condizione di stabilità nella guida delle scuole che costituisce prerequisito indispensabile alla qualità.

I docenti ai quali è richiesto di dilatare il loro impegno professionale , assumendo anche il compito suppletivo di rispondere alle aspettative dei cittadini rispetto ad una improvvisata sperimentazione di una riforma che ancora non c’è e che in questa fase rappresenta un inutile elemento di confusione, oltre che di ostacolo al proseguimento delle iniziative che già erano state  e concepite e avviate.

I docenti precari che vedono dilatarsi nel tempo la loro legittima aspirazione ad un contratto stabile ( zero assunzioni in presenza di ben 610 posti liberi) dopo che hanno superato uno o più concorsi pubblici o affrontato percorsi universitari di formazione e di preparazione all’insegnamento.

Il Personale amministrativo che,a fronte dell’ ampliarsi delle competenze a seguito del decentramento, si vede ridotto nei numeri e, per la carenza dei servizi che ne consegue,risulta l’ immediato interlocutore interno e verso l’esterno dei mancati servizi.

Il Personale ausiliario, quasi tutto precario (1033 solo nella provincia di Brescia) sul quale grava il rischio, sempre più attuale, dell’allontanamento per una sostituzione attraverso appalti non meglio definiti.

L’ora di sciopero il primo giorno di lezione ha la funzione di una “campanella” per richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di difendere, da improvvide decisioni e da affrettate scelte demagogiche, la grande risorsa rappresentata dalla scuola, patrimonio comune di tutti i cittadini.