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Dalla Lombardia sì al confronto
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Dalla Lombardia sì al confronto

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Pubblicato il 14 Febbraio 2002

image001Il gruppo dirigente delle Cisl di Lombardia (e tra questi un centinaio di bresciani), Veneto, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia si è riunito questa mattina a Milano. Si tratta della terza giornata di mobilitazione politica per i massimi organismi della Organizzazione sindacale programmati per il rilancio di una nuova fase di iniziative  e di lotte a sostegno del confronto tra le parti sociali in tema di lavoro e previdenza e contro l’intenzione del Governo di intervenire sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. I lavori dell’assemblea sono stati introdotti dal Segretario generale della Cisl Lombardia Carlo Borio, il quale ha sottolineato che il passo indietro del Governo sulle deleghe per il mercato del lavoro e la previdenza è un importante risultato. Secondo Borio si apre ora una nuova fase concertativa che darà modo al Sindacato di verificare direttamente le reali intenzioni del mondo industriale: “Vogliamo conoscere le loro priorità (mettendo in chiaro una volta per tutte qual è il peso che Confindustria assegna all’articolo 18 visto che nelle Regioni del Nord il mondo imprenditoriale fa capire di non essere interessato alle modifiche sui licenziamenti senza giusta causa) confrontarle con le nostre per arrivare ad un avviso comune al Governo”.

Savino Pezzotta, Segretario nazionale della Cisl ha ripetuto che è dovere del Sindacato “contrattare per far cambiare opinione alle nostre controparti. Noi abbiamo ottenuto il negoziato e chi adesso si tira indietro se ne assume la gravissima responsabilità”.

Nel corso dell’assemblea più volte i dirigenti intervenuti hanno ribadito che, se alla fine del percorso di verifica tra le parti sociali il Governo manterrà la sua posizione e il suo atteggiamento verso l’articolo 18, la Cisl andrà sicuramente allo sciopero generale. Proclamare lo sciopero generale prima di aver esplorato tutte le possibilità che si sono aperte con il passo indietro del Governo, è un errore destinato a pesare sui lavoratori senza conquistare alcun risultato.

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