I pensionati di Cgil Cisl e Uil sbugiardano il Governo. Un emendamento approvato dal Parlamento su proposta del Governo sulla definizione dei criteri per l’aumento delle pensioni in favore di soggetti disagiati ha sostanzialmente rigettato tutte le proposte formulate dai gruppi parlamentari, proposte che avevano recepito gran parte delle richieste sindacali.
Il risultato finale sarà purtroppo molto lontano dalle strabilianti promesse elettorali di una pensione minima per tutti pari a 1 milione di lire; meno di un terzo degli anziani che oggi hanno una pensione al di sotto del milione riceveranno l’aumento promesso.
“Ma il fatto più grave – spiega Mario Clerici, Segretario generale dei Pensionati della Cisl – è che non si premiano, di fatto, né il lavoro né la contribuzione, e si incentivano (tenendo presente quello che può avvenire in conseguenza dei limiti di reddito fissati ad una coppia per godere degli incrementi) le separazioni coniugali”.
L’adeguamento a 517 Euro al mese riguarda infatti i pensionati con un reddito annuo lordo inferiore a 13 milioni di lire (vale a dire 6.714 Euro), ma per marito e moglie il limite di reddito non è di 26 milioni, ma di 21 milioni e mezzo. “Una postilla tanto ingiusta quanto discriminatoria – conclude Mario Clerici – che dimostra l’improvvisazione e il pressappochismo da propaganda che hanno caratterizzato questo provvedimento”.