IVECO, il futuro dipende anche dalle scelte sulla transizione energetica
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IVECO, il futuro dipende anche dalle scelte sulla transizione energetica

L'Osservatorio sindacale unitario: 1.000 occupati in più in Italia

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Pubblicato il 18 Novembre 2023

“IVECO resta una società fortemente radicata in Italia”. Lo scrivono in una nota unitaria Fim Cisl, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr al termine della periodica riunione dell’Osservatorio sindacale riunito a Roma, in cui sono stati esaminati i numeri degli occupati e degli investimenti.

Brescia è sede produttiva IVECO tra le più significative, sia per il Gruppo industriale che per la città e occupa attualmente poco meno di 2.000 lavoratori. Altri stabilimenti in Italia sono a Suzzara, Torino e Foggia.

 

1.000 occupati in più in Italia

“Da ottobre 2022 a ottobre 2023 gli organici IVECO in Italia sono passati da 12.850 a 13.800 occupati – scrivono le organizzazioni sindacali dell’Osservatorio – ciò è stato reso possibile da un buon andamento della produzione e da percorsi concordati di stabilizzazione di centinaia di lavoratori somministrati, che garantiscono non solo un’occupazione in crescita ma anche stabile e di qualità. Quanto al futuro, si attendono lanci in tutti i segmenti di veicoli commerciali e investimenti nel 2024 per l’Italia pari a circa 60 milioni di euro.

 

La sfida della transizione energetica

Tuttavia molto importante per il futuro di Iveco sarà anche l’evoluzione della normativa europea in tema di transizione energetica. I veicoli commerciali leggeri sono soggetti alla medesima normativa delle autovetture private, che come noto porterà progressivamente all’elettrico con un divieto formale nel 2035 e con limitazioni sostanziali crescenti già alcuni anni prima.

 

L’importanza del principio della neutralità tecnologica

Fra il 20 e il 22 novembre il Parlamento europeo voterà inoltre sulla proposta di regolamento CO2 avanzata dalla Commissione sui veicoli pensanti; è in discussione, attraverso il cosiddetto carbon correction factor, la possibilità che venga introdotto il principio della neutralità tecnologica, ammettendo oltre all’elettrico altri carburanti egualmente ecologici come i biocarburanti di ultima generazione.

 

Questione tecnica, non ideologica

Come sindacato ci auguriamo che venga finalmente assunto il principio di neutralità tecnologica, poiché per definizione è quello che offre le migliori garanzie sia dal punto di vista ambientale che industriale. L’importante è il risultato, vale a dire che inquinamento e emissioni di CO2 si riducano progressivamente, mentre il mezzo per arrivarci dovrebbe rappresentare evidentemente una questione tecnica e non ideologica. Anzi è giusto valutare l’intero impatto ambientale di una tecnologia senza limitarsi alla sola fase di circolazione. Speriamo che il Governo italiano saprà far valere nelle sedi europee il principio della neutralità tecnologica prima che sia troppo tardi. Ogni scelta sbagliata si paga amaramente in termini sia ecologici sia occupazionali”.