Cisl FP: le preoccupazioni e le denunce sulle difficoltà delle Case di riposo
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Cisl FP: le preoccupazioni e le denunce sulle difficoltà delle Case di riposo

La Federazione dei lavoratori delle RSA ribadisce le ripetute prese di posizione su rette, personale e organizzazione

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Pubblicato il 24 Agosto 2023

“Rsa, sfide e futuro – Il bene degli ospiti e dei lavoratori sono centrali”. È il titolo con cui Bresciaoggi mette in pagina nell’edizione odierna una “lettera al direttore” di Gianmarco Pollini, segretario generale di Cisl FP, la federazione che rappresenta e tutela i lavoratori del mondo socio sanitario e assistenziale. Il tema è quello delle difficoltà che attraversano le Case di riposo, tra rincari delle rette e carenza di personale.

 

 

Il bene degli ospiti e dei lavoratori sono centrali

 

Egregio direttore,
l’articolo di Bresciaoggi Rincari e carenza di personale, ancora difficolta’ per le Rsa ha portato nuovamente alla ribalta le difficoltà che stanno vivendo le Rsa in questi ultimi anni.
Sul tema come federazione sindacale Cisl FP siamo già intervenuti, denunciando più volte le problematicità evidenziate dall’articolo stesso, ma ciò che ci preoccupa di più e la situazione che gli ospiti ed il personale, da diversi anni, stanno vivendo.

 

Bilanci in sofferenza

Dal Covid in poi le Rsa, hanno evidenziato criticità economiche iniziando a chiudere bilanci in rosso, in parte attenuati dall’intervento della Regione con l‘incremento in percentuale del contributo sulle rette e in parte con l’aumento delle stesse.
Ora siamo alla frutta, in quanto diventa difficile reperire sul mercato del lavoro infermieri e anche il personale socio sanitario Asa e Oss, il tutto a scapito del servizio all’ospite e a scapito dei lavoratori.

 

Risposte sbagliate

Le risposte che in questi ultimi anni alcune realtà del settore hanno voluto mettere in campo per contenere i costi è stato quello di voler cambiare il contratto applicato.

Tutto ciò di fatto sta creando notevoli difficoltà a reperire operatori Asa e Oss nonostante le strutture organizzino corsi di formazione, i numeri di adesioni sono veramente insufficienti a coprire le richieste degli enti, inoltre, gli alti costi dei corsi di formazione dai 1.400 €. per Asa a 1.900 €. per Oss rendono difficilmente appetibile la partecipazione agli stessi.
E’ pur vero che alcune Rsa offrono borse di studio a chi frequenta e si impegna a conclusione del percorso formativo a restare presso la Rsa.

 

Condizioni di lavoro sempre più difficili

Ma un evidente vero problema di oggi è che il personale per effettuare le ferie estive di fatto già calendarizzate nei mesi precedenti, deve sobbarcarsi una serie di rientri, in servizio o rinunciare ad alcuni giorni di ferie per permettere a tutto il personale di fruire delle stesse è questo al fine di consentire il mantenimento della funzionalità delle strutture.
Ora da tempo chiediamo agli enti condizioni di lavoro migliori e incentivi economici, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.

 

Piccolo non è bello

Il piccolo è bello ma non sempre permette di abbattere i costi di gestione che continuano ad aumentare a meno che vi sia un’inversione di tendenza, quali la realizzazione di un’unica centrale di acquisti per tutte le Rsa della provincia ed aggregare gli uffici con funzioni trasversali, personale e ragioneria, il tutto per ottimizzare le risorse umane e fare economie di scala.
Questo vuol dire perdere parte della propria autonomia, ma per ottimizzare il servizio e reperire risorse per i rinnovi dei contratti, fidelizzare il personale alle strutture e contestualmente garantire agli ospiti una continuità assistenziale da parte del personale.

 

Se il privato si mangia il pubblico

In fine un aspetto che pochi mettono in evidenza ma che potrebbe di fatto stravolgere il mondo delle piccole e medie Rsa riguarda il decreto concorrenza che dovrebbe rimettere in gioco i posti accreditati dalla Regione con tutto quello che ne consegue.
Per evitare che il privato profit sorpassi il privato no profit serve un unico Contratto collettivo nazionale di lavoro nel settore socio sanitario che sia dignitoso e che non crei forme di damping salariale, fra gestori dello stesso servizio, oggi abbiamo almeno 5 Ccnl di lavoro partendo da quello più remunerativo ad esaurimento enti locali, ad Uneba, a cooperative, Aris Rsa, Aiop Aris Rsa. Il vero obbiettivo deve restare il bene dell’ospite e la tutela fisica e psicofisica dei lavoratori garantendo un servizio dignitoso e di qualità e che li riconosca nell’aspetto economico e normativo, se il mercato è in concorrenza ed è libero gli stessi professionisti della salute sono liberi di scegliere altri lidi in cui svolgere il lavoro di cura.

Gianmarco Pollini
segretario generale Cisl FP Brescia