Una donna bresciana titolare di una pensione di anzianità riceve mediamente un assegno mensile di 1.340 euro, mentre quello di un uomo è di 1.806 euro. Un divario che si conferma anche nelle pensioni di vecchiaia, dove un uomo riceve in media 782 euro mentre per una donna l’assegno è di 577 euro.
Nella nostra provincia le pensionate e i pensionati sono complessivamente 357.746. Per la maggior parte (60%) si tratta di pensioni di vecchiaia-anzianità, il 21% è titolare di una pensione di reversibilità; il 13% riceve la pensione di invalidità civile; il 4% di invalidità e per il 2% si tratta di un assegno sociale.
Sono dati forniti dal direttore della sede dell’INPS di Brescia, Francesco Ricci, intervenuto venerdì pomeriggio al webinar promosso dalla Cisl e dal Coordinamento Donne in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Il quadro che emerge dal contributo dal dirigente conferma purtroppo il differenziale pensionistico di genere.
A monte il problema è quello della discontinuità contributiva, delle difficoltà di accesso al mercato del lavoro e della penalizzazione dell’occupazione femminile nelle situazioni di crisi. Come dimostrano i dati sulle assunzioni e cessazioni in Lombardia presentati dal direttore provinciale dell’INPS in riferimento ai primi nove mesi del 2020: per gli uomini il saldo negativo è stato del 42%, per le donne del 58%.
In Lombardia l’occupazione maschile ha registrato un -1,4%, quella femminile -2,6%.
Dati sui quali occorre non solo riflettere ma anche agire: il gender gap pensionistico va combattuto intervenendo alla radice del problema, rimuovendo gli ostacoli ad una effettiva parità e a pari opportunità di lavoro tra uomini e donne.