Sono 6.535 le aziende artigiane bresciane che hanno chiesto e ottenuto l’erogazione di una integrazione al reddito attraverso il Fondo di solidarietà bilaterale (l’equivalente della cassa integrazione) per i loro 17.108 lavoratori sospesi dal lavoro per la chiusura delle attività produttive a seguito grave emergenza sanitaria economica e sociale causata dalla pandemia Covid-19.
Rispetto alle altre province della Lombardia, Brescia è quella con il maggior numero di lavoratori coinvolti e con la maggiore erogazione complessiva per l’integrazione al reddito: 7.704.042 euro
In Lombardia 140mila lavoratori artigiani coinvolti
In tutta la Regione le aziende coinvolte sono oltre 37 mila: circa l’80% delle aderenti, hanno richiesto l’ammortizzatore FSBA, stipulando il necessario accordo sindacale, per circa 140mila lavoratori, dei quali oltre 80 mila hanno già ricevuto i bonifici.
“Si è garantito a questi lavoratori, in tempi celeri, un’integrazione salariale per un importo lordo complessivo di oltre 34 milioni di euro, un valore economico identico a quello previsto dall’Inps per la cassa integrazione ordinaria – spiega Ermanno Cova, responsabile Artigianato Cisl Lombardia -. Alcuni ritardi avvenuti nell’erogazione del bonifico non sono imputabili al sistema ma ai tempi di invio delle rendicontazioni e agli errori contenuti”.
La necessità di risorse aggiuntive
Il Fondo FSBA è costituito dai Cgil, Cisl, Uil, Confartigianato, Cna e Claai; è un fondo nazionale privato a controllo pubblico.
Per far fronte alle necessità FSBA ha dato fondo a tutte le sue risorse, aggiungendo i 60 milioni stanziati in un primo momento dal Governo. Per il completamento dei pagamenti delle prime nove settimane occorrono però risorse aggiuntive.
Il mondo dell’artigianato si appella per questo al Governo e chiede, una volta verificati i tempi della ripresa, la possibilità di un prolungamento.