Le strade nuove aperte dal “Patto bresciano per un Islam italiano”
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Le strade nuove aperte dal “Patto bresciano per un Islam italiano”

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Pubblicato il 14 Gennaio 2020

Auditorium Cisl gremito domenica pomeriggio per il quarto incontro pubblico di approfondimento storico culturale promosso dal “Patto bresciano per un Islam italiano”. A fare gli onori di casa è stato Giovanni Punzi, presidente di ANOLF Brescia che con la Cisl provinciale è tra i firmatari del ‘Patto’; a nome della Cisl è intervenuto poi con un indirizzo di saluto il segretario Paolo Reboni.

La prima parte del tema – Dalla caduta dell’impero ottomano (1924) alla guerra dei 6 giorni (1967) – è stata affrontata dal un punto di vista storico da Paolo Amighetti dell’Università Cattolica di Brescia, la seconda da Kamel Layachi, membro del direttivo nazionale dell’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia.

 

L’ATTUALITÀ RIPROPONE CONTINUAMENTE
LE QUESTIONI DI SENSO DI UNA COMUNE UMANITÀ 

I relatori hanno evidenziato i principali eventi storici, in particolare il rapporto tra cristiani e islamici, occidente e oriente, sud e nord del Mediterraneo. Nell’introdurre i lavori Carlo Alberto Romano, docente dell’Università degli studi di Brescia, ha ricordato la tragedia avvenuta nei giorni scorsi nel Mediterraneo, parlando dell’urgenza di azioni politiche e umanitarie per evitare che i migranti continuino a morire in mare.

Solo conoscendo il passato – ha aggiunto – possiamo comprendere ciò che sta accadendo, anche in queste ore, in Nord-Africa e Medio Oriente. Solo avendo consapevolezza della storia possiamo costruire il nostro presente e guardare al futuro.

 

PER APRIRE STRADE NUOVE 

“Un’immediata conferma – ha commentato  il presidente dell’ANOLF Giovanni Punzi – è venuta dalla coinvolgente ricostruzione storica proposta da Paolo Amighetti che ha illustrato i concetti di nazionalismo, patriottismo, sionismo e antisemitismo, nella loro formazione e trasformazione nel tempo. Kamel Layachi ha agganciato all’analisi storica una lettura del tempo a noi più vicina parlando della guerra del 1967 e dei suoi esiti, ferite ancora aperte nel mondo musulmano”.

 

APRIRSI PER COMPRENDERSI

L’intenso dialogo seguito alle relazioni è testimonianza di un bisogno vero di approfondimento. “Un dialogo rispettoso delle diversità – conclude Punzi – un confronto pacato, nel rispetto di ogni singola persona e di ogni comunità, per aprire insieme strade nuove di collaborazione e di positiva convivenza”.