Il gruppo era composto da 53 persone di 8 nazionalità, cristiani e musulmani. E’ stato ricevuto a Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, da Massimo Fratini, assessore all’associazionismo e ai rapporti con le confessioni religiose. Alle parole di saluto della municipalità fiorentina ha rispostoAnna Braghini, consigliere in Palazzo Loggia a Brescia, che ha voluto sottolineare l’impegno e l’attenzione del Comune nei confronti dell’immigrazione, dell’integrazione, del dialogo interreligioso, affidando alla prossimità dei Consigli di quartiere il compito di essere portavoce dei bisogni dei cittadini, coinvolgendoli nella costruzione delle risposte di cui hanno bisogno e facendoli così sentire parte attiva di una città aperta.
OCCORRE PORTARE IL POSITIVO DEL “PATTO” ANCHE ALL’INTERNO DEL CARCERE
Parlando della sua esperienza con l’Associazione Carcere e Territorio e della presenza negli istituti di pena di un gran numero di cittadini stranieri, Carlo Alberto Romano ha richiamato la necessità di costruite un ponte tra fra la comunità interna e quella esterna al carcere perché ancora oggi ci sono barriere culturali, religiose e linguistiche che rischiano, in un ambiente così fragile come quello del carcere, di spingere gli stranieri verso chi utilizza l’esperienza della detenzione per alimentare risentimento, rabbia e ribellione.
LOTTA AI PREGIUDIZI
“La giornata è stata intensa e proficua – racconta Giovanni Punzi, presidente dell’Anolf Cisl di Brescia – per lo scambio di esperienze tra due realtà/comunità come quella di Firenze e Brescia che stanno compiendo un percorso parallelo per favorire l’integrazione tra due mondi diversi, rispettando le culture, le rispettive religioni. Dal confronto, dal dialogo emerge la conoscenza e la caduta dei pregiudizi che spesso portano le persone ad accrescere tensioni o alimentare le paure che stiamo registrando anche in questi ultimi tempi, nel nostro Paese. Alle preghiera di rito cattolico si sono alternate quelle di rito islamico. Il pranzo consumato insieme con lo scambio di pietanze delle rispettive tradizioni è stato un ulteriore momento di fraternità.
AL CENTRO INTERNAZIONALE “LA PIRA”
“Il pomeriggio è stato un ulteriore momento di arricchimento culturale, approfondendo al Centro Internazionale a lui intitolato – dove tra gli altri abbiamo incontrato l’Iman di Firenze Izzeddin Elzir – la vita e il pensiero di Giorgio La Pira; la struttura accoglie studenti di tutto il mondo, senza distinzioni di alcun tipo, perseguendo l’obiettivo di contribuire a favorire la pace, l’integrazione culturale e umana”.