Angela Cremaschini, segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica, lo scrive in una lettera di solidarietà al personale del reparto di Terapia intensiva neonatale degli Spedali Civili di Brescia, pubblicata ieri dal Giornale di Brescia. Ecco il testo integrale
Da infermiera e da sindacalista
Si sta alzano da più parti in coro la solidarietà e vicinanza al personale della terapia neonatale di Spedali Civili di Brescia. Ben venga questo coro a cui mi unisco e che personalmente ringrazio, ma quando i riflettori si saranno ormai spenti il mio auspicio è che questa vicinanza al personale la si mantenga.
Come rappresentante dei lavoratori sono fortemente preoccupata per il taglio che la vicenda ha assunto. In un momento particolarmente delicato, in cui dei piccoli combattenti non hanno vinto la loro battaglia sulla prematurità e sulla fragilità, nonostante il prodigarsi di tutti i professionisti sanitari, lasciando così nello sconforto assoluto genitori e famigliari, si consumava un accanimento via web.
Da infermiera penso che, oltre ai genitori e famigliari, lo stesso personale di questo reparto abbia vissuto con sconforto ed amarezza queste sconfitte. I primi a vivere la quotidianità e le battaglie sono proprio loro. Da dirigente sindacale penso che abbiamo ancora molto lavoro da fare.
Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Sto, quindi, pensando alla foresta ed alle migliaia di lavoratori pubblici e privati che garantiscono servizi essenziali per la collettività. Mentre l’attenzione si focalizza su singoli episodi, la foresta silenziosamente prosegue e si prodiga per rispondere ai diversi bisogni manifestati dalla popolazione: quali quello della salute, della sicurezza, della stabilità.
Dobbiamo ricostruire il valore del lavoro rivolto alla persona. Quando vi sono omissioni o comportamenti sbagliati dei lavoratori, siamo i primi a censurarli, ma non può essere sempre tutto scontato, diamo evidenza a quanti con orgoglio operano negli ospedali pubblici e privati, nelle case di riposo, nei comuni, nei ministeri, nelle agenzie, nei centri disabili, insomma in tutti quegli ambiti che si rivolgono alla persona.
Denunciamo e condanniamo quanti dietro ad uno schermo si ergono a giudici e senza conoscere fatti e circostanze inviano attacchi gratuiti, lanciano maldicenze, insinuando dubbi e diffondendo cattiveria. Questo è un malcostume che denigra e impoverisce una società. Si abbia l’intelligenza, prima di giudicare, di attendere i tempi delle indagini.
Ricostruiamo insieme una coscienza collettiva che sia basata sulla dignità del lavoro, sul rispetto del lavoro, sul giusto e corretto riconoscimento.
Angela Cremaschini
segretario generale Cisl Funzione Pubblica Brescia