Pensioni, sull’età per uscire dal lavoro il nodo dell’automatismo sull’aspettativa di vita
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Pensioni, sull’età per uscire dal lavoro il nodo dell’automatismo sull’aspettativa di vita

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Pubblicato il 14 Agosto 2017

Riprende giovedì 31 agosto il confronto tra Governo e Cgil Cisl Uil sulle politiche previdenziali. Un aspetto che va facendosi estremamente delicato in relazione agli automatismi sull’età pensionabile determinati dalle previsioni ISTAT sulle aspettative di vita. Anche se il dato sarà ufficializzato ad ottobre, l’ipotesi è che lo scatto automatico porti l’età di uscita dal lavoro per accedere alla pensione di vecchiaia da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.

 

CISL: NON SI PROCEDA CON L’AUTOMATISMO

“Abbiamo più volte richiesto al Governo di non procedere nel 2019 con l’ automatismo che lega l’ aspettativa di vita all’età pensionabile – ha dichiarato in proposito Maurizio Petriccioli, il segretario confederale della Cisl responsabile delle politiche previdenziali – perché che provocherebbe l’ennesimo slittamento in avanti dei requisiti necessari al pensionamento, già oggi i più avanzati a livello europeo. Per la Cisl si tratta di un rinvio necessario e sopportabile che trova un consenso trasversale anche nelle forze parlamentari che giudicano necessario ed utile mitigare la rigidità delle regole previdenziali ed alleggerire la condizione di milioni di lavoratrici e di lavoratori che fanno lavori diversi per usura e retribuzione“.

 

DECRETO PRONTO SULL’ANTICIPO VOLONTARIO

Intanto è pressoché pronto il decreto sull’Anticipo pensionistico (Ape) volontario, con 63 anni d’età e 20 di contributi, pagando una rata sul prestito. Il testo è stato modificato raccogliendo diverse osservazioni del Consiglio di Stato. Tra i suggerimenti c’è il riconoscimento della retroattività della misura, a partire dal 1 maggio per chi ne abbia i requisiti e lo domandi. Su questo il governo è al lavoro per inserire la clausola, ultimo nodo da sciogliere prima di chiudere il provvedimento, che dovrebbe essere firmato a giorni, per diventare operativo a settembre.

Dal 2019, se nulla cambierà, anche la pensione anticipata slitterà di 5 mesi, per effetto dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita. Il requisito passerebbe per gli uomini da 42 anni e 10 mesi a 43 anni 3 mesi, mentre per le donne si porterebbe da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 3 mesi. E’ quanto emerge dalle tabelle contenute nel rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulle tendenze del sistema pensionistico.

Fin qui la situazione a bocce ferme, aspettando che l’Istat renda disponibile il dato definitivo sull’aspettativa di vita tra il 2014 e il 2016. Dato, come detto, che dovrebbe arrivare a fine ottobre.