Il lavoro dignitoso non è un problema lontano. In casa nostra situazioni preoccupanti
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Il lavoro dignitoso non è un problema lontano. In casa nostra situazioni preoccupanti

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Pubblicato il 7 Ottobre 2016

un-laboratorio-foxconn-in-cinaUno studio dell’Etui, il centro di ricerca e di formazione dalla Confederazione europea dei sindacati, denuncia il diffondersi nelle aziende europee di modelli di organizzazione del lavoro simili a quelli adottati in Cina. La Foxconn – azienda manifatturiera da dove escono diversi prodotti di multinazionali tecnologiche come la Apple, al centro di denunce sempre più documentate per le pessime condizioni di lavoro a cui sono costretti i dipendenti – sembra aver fatto scuola, specie nel settore dell’elettronica. L’abbassamento dei diritti dei lavori è particolarmente evidente nei paesi dell’Est Europa. Ma anche da noi non mancano i casi di diritti calpestati e non a caso lo studio è stato diffuso oggi, Giornata internazionale per il lavoro dignitoso.

 

La Confederazione europea dei sindacati
fa un elenco di cattive pratiche che rendono l’Europa
terreno di conquista per gli squali del potere finanziario

ITALIA – A cominciare dai lavoratori dell’agroindustria italiana, “che per 25 euro al giorno si spaccano la schiena a raccogliere pomodori per 12 ore sotto il sole”.
FRANCIA -Per proseguire con i camionisti che lavorano in Francia per imprese francesi ma che sono sotto contratto con società la cui sede legale è nell’Europa e dell’Est, e che proprio in virtù di questo piccolo particolare hanno uno stipendio che è appena il 40 per cento di quello dei loro colleghi che hanno un contratto con aziende francesi.
MACEDONIA, ROMANIA, GERMANIA – In Macedonia, prosegue la Ces, si fabbricano scarpe per grandi marchi per uno stipendio che è pari al 25 per cento di un salario minimo, mentre in Romania imprenditori slovacchi assumono persone con contratti slovacchi e poi le mandano a lavorare in Germania, per risparmiare su contributi sanitari, sociali e previdenziali.
OLANDA – Nella civilissima Olanda, poi, 1 lavoratore su 3 impiegato nel cosiddetto crowdworking, guadagna meno di 18mila euro l’anno. Infine McDonalds, “che offre ai suoi clienti uova da allevamento all’aperto, ma che non riesce ad assicurare ai suoi dipendenti una salario minimo per vivere”.

 

I POSSIBILI INTERVENTI DEL’UNIONE EUROPEA

Per contrastare questa deriva la Ces propone a Unione europea e agli Stati membri almeno tre interventi:

  1. responsabilità della filiera (“l’Europa dovrebbe legiferare per stabilire che l’appaltatore principale è responsabile delle retribuzioni e dei contributi sociali dei subappaltatori”);
  2. normativa europea sugli appalti pubblici (l’Unione dovrebbe richiedere agli enti pubblici di rispettare gli accordi collettivi e di garantire retribuzioni e condizioni di lavoro dignitosi dalle aziende da cui acquistano beni e servizi);
  3. obbligo per le aziende in franchising a promuovere condizioni e salari dignitosi.

 

conquistedellavoro.it