Contratti e relazioni industriali, sindacati e Confindustria riprendono il confronto
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Contratti e relazioni industriali, sindacati e Confindustria riprendono il confronto

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Pubblicato il 17 Agosto 2016

Da destra: Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo

Riprende giovedì 1 settembre il confronto tra Confindustria e sindacati sulle nuove relazioni industriali e un nuovo modello contrattuale. A fare il punto della situazione è Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl: “Abbiamo ripuntualizzato un’agenda importante e affrontato una discussione seria su come governare le emergenze e dare un forte contributo al futuro industriale del Paese. L’obiettivo è quello di offrire al Governo una valutazione condivisa sulle priorità per poi continuare il lavoro su come rilanciare l’industria. E dentro questa discussione, definire quale tipo di contrattazione innovativa per far crescere imprese e lavoro”.

METALMECCANICI E LAVORATORI PUBBLICI
SONO LE DUE TRATTATIVE CHIAVE

Alla questione dei rinnovi contrattuali il Corriere della Sera ha dedicato nei giorni scorsi un ampio articolo sottolineando che “nel privato la vertenza simbolo è quella dei metalmeccanici”, mentre nel pubblico c’è il nodo dei fondi necessari al rinnovo.

La chiusura di Federmeccanica sulle richieste di adeguamento salariale dentro la cornice del contratto nazionale è all’origine di una vertenza che nei mesi scorsi ha registrato una dura risposta da parte dei lavoratori che hanno ripetutamente scioperato.

Per i lavoratori pubblici, invece, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito l’illegittimità del blocco contrattuale imposto per legge negli ultimi sette anni, il Governo ha stanziato infatti la cifra poco più che simbolica di 300 milioni. “Ma le piattaforme unitarie per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici sono pronte — ha spiegato al giornale il segretario della Cisl Funzione pubblica Giovanni Faverin — e prevedono in media un aumento per il triennio di circa 150 euro. Tenendo conto che i dipendenti pubblici, solo in rapporto all’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell’Unione europea) hanno perso più del 10% negli ultimi sette anni, per un rinnovo integrale dei contratti pubblici sono necessari nel triennio fra i 7 e gli 11 miliardi”.