Ottomila posti di lavoro a rischio nei call center. L’allarme viene lanciato da Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom che avvertono: “almeno la metà vedrà aprire le procedure di licenziamento già nel mese di marzo“. In una nota unitaria i sindacati spiegano che tutto dipende dalla “decisione di Poste Italiane ed Enel, aziende controllate dallo Stato italiano, di assegnare le attività di call center senza rispettare la clausola sociale contenuta nel disegno di legge sugli appalti approvato dal Parlamento, dalla volontà del Governo di non far applicare quanto previsto dalle leggi italiane in tema di delocalizzazioni di attività di call center, dalla scelta politica di privare il settore degli ammortizzatori sociali ordinari”.
Per chiedere al Governo di far applicare e rispettare le leggi già votate dal Parlamento italiano, i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale per venerdì 11 marzo.