Solo il 2,2% degli studenti italiani passa attraverso la pratica dell’alternanza scuola-lavoro, mentre in Germania i giovani che fanno questa esperienza sono il 26,4% della popolazione scolastica e la media europea è del 14,1%.
Lo scrive il quotidiano on line ildiariodellavoro.it anticipando i dati di un dossier elaborato dall’Ufficio studi della Confartigianato.
LA RIFORMA DA ATTUARE
Lo studio analizza i dati disponibili e traccia una serie di ipotesi sulle reali potenzialità del sistema dopo la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione che rende obbligatoria, e non più opzionale, l’alternanza scuola-lavoro.
SCUOLA -LAVORO PER SCONFIGGERE L’ABBANDONO SCOLASTICO
L’analisi di Confartigianato evidenzia che un effetto ottimale si avrebbe aumentando la proporzione prevista tra numero di studenti e dipendenti effettivi, oggi troppo bassa. Un buon funzionamento dell’alternanza scuola lavoro, osserva l’associazione, sarebbe utile anche per abbattere il tasso di abbandono prematuro della scuola, che tra i giovani 18 – 24 anni in Italia nel 2014 rimane al 15,0% di 3,8 punti superiore all’11,2% della media in Europa, con punte massime in Sicilia, Sardegna e Campania, dove più di 1 giovane su 5 abbandona prematuramente gli studi.
PREMIARE LE IMPRESE E RILANCIARE L’APPRENDISTATO
Per Confartigianato l’obbligo di alternanza scuola-lavoro, rivoluziona l’approccio che ha finora caratterizzato le politiche di orientamento dei giovani al mondo del lavoro, e mentre auspica che sia riconosciuto e premiato il ruolo che le imprese si assumono in termini di costi e adempimenti amministrativi, chiede al Governo un impegno a rilanciare l’apprendistato, strumento fondamentale per trasmettere ai giovani le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo, un contratto che coniuga il sapere e il saper fare e che non solo ha formato generazioni di lavoratori, ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa.