“Tutti torneranno ad occuparsi del proprio orto”. Termina così l’articolo del Giornale di Brescia sullo “scoppio della pace” tra Sabco (società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio) e Save-Catullo (holding degli aeroporti del Nord Est e società di gestione dello scalo di Verona). La guerra che va in archivio è quella sull’aeroporto di Brescia Montichiari.
UNA SINTESI ATTRAVERSO QUALCHE DATA
18 marzo del 2013
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti assegna senza gara ai veneti della Catullo S.p.A. (Gruppo Save) una concessione quarantennale per la gestione dell’aeroporto di Brescia-Montichiari.
12 febbraio del 2014
La concessione viene annullata dal Tar di Brescia (al quale si erano rivolti i soci bresciani dello scalo di Montichiari e la Sabco di Bergamo) stabilendo la necessità di una gara a livello europeo.
1 settembre 2015
L’appello dei veronesi al Consiglio di Stato non ha seguito. Il Consiglio rimanda la decisione alla Corte di Giustizia Europea.
15 settembre 2015
Sea (aeroporti milanesi) e Sabco annunciano l’avvio del processo di integrazione, sulla carta un polo aeroportuale di dimensioni internazionali.
6 ottobre 2015
Le agenzie di stampa rilanciano una dichiarazione del presidente della Save, illuminante sulla rinuncia al contenzioso decisa ieri: “L’azione di Bergamo – aveva dichiarato il dirigente veneto – è stata del tutto inappropriata e può creare problemi non solo a Venezia ma al governo italiano e all’Italia, che rischia una procedura d’infrazione. Mi auguro che i bergamaschi prendano coscienza della realtà e alla fine recedano da questa azione del tutto incomprensibile perché poi, alla fine, se viene tolta la concessione alla Catullo questa viene messa in gara e vincono Francoforte o Parigi. Si tratta di fare gli interessi nazionali e cercare di tenere in Italia le nostre realtà infrastrutturali”.
28 ottobre 2015
Sacbo e Save rendono noto che “a valle della sottoscrizione di specifici atti, sono stati perfezionati tutti gli adempimenti volti a rimuovere i contenziosi pendenti tra le tre società e legati alla concessione dell’aeroporto di Brescia Montichiari, addivenendo in tal modo alla definitiva composizione delle controversie pendenti rispettivamente davanti al Consiglio di Stato ed al Tribunale Civile di Milano”. In pratica, la bergamasca Sacbo si impegna a non chiedere l’esecutività della sentenza del Tar che le aveva dato ragione sulla concessione dell’aeroporto di Montichiari, mentre la veneziana Save e la veronese Catullo ritireranno il loro ricorso al Consiglio di Stato, finito poi alla Corte Europea.
E VISSERO FELICI E CONTENTI?
Sicuramente sì per veneti e bergamaschi, forse un po’ meno i bresciani di nuovo alle prese con la sottoutilizzazione dello scalo di Montichiari (per tutti strategico, ma solo a parole) e investimenti pubblici che non hanno portato alcun vantaggio al territorio. Da Verona hanno fatto sapere che adesso “Catullo e Save si concentreranno pesantemente per sviluppare lo scalo” bresciano. Rassicurazioni di circostanza o volontà di cambiare registro? Impossibile dirlo.
E con Sacbo ci sarà intesa? si domanda il cronista nelle ultime righe dell’articolo del Giornale di Brescia. Riordinate le idee, rivisti gli appunti sulle varie telefonate e riletti i comunicati ufficiali, la conclusione è abbastanza desolante: “A quanto pare tutti torneranno ad occuparsi del proprio orto”.