Questa mattina la Fim Cisl ha riunito i propri iscritti tra i lavoratori della Stefana per aggiornarli sull’esito dell’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo economico. Da mesi la Fim e i lavoratori attendevano la convocazione, confidando nell’intervento istituzionale per uscire dal blocco dell’attività produttiva determinato dalla volontà dell’azienda e cristallizatosi anche per una serie di gravi errori strategici della Fiom che nella Stefana è sindacato di maggioranza.
UNO SGUARDO REALISTICO
Durante l’assemblea la Segreteria dei metalmeccanici della Cisl ha espresso comunque soddisfazione per il fatto che finalmente anche la vicenda Stefana è oggi all’attenzione delle istituzioni, senza però nascondere che il ritardo nell’apertura del tavolo ha fatto perdere opportunità di trovare soluzioni anche al di fuori della famiglia Ghidini, opinione questa condivisa anche da tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti al tavolo.
LE DOMANDE DEI LAVORATORI
Molte le domande formulate dai lavoratori riuniti nella sede della Cisl provinciale: Quando ripartirà l’attività produttiva? Quali impegni si sono presi il Ministero e la Regione Lombardia? Ci sono novità sull’autorizzazione della cassa integrazione?
AL MOMENTO NON SI PUÒ CHE ASPETTARE
“E’ chiaro che a pochi giorni dal pronunciamento del giudice e con il piano già presentato – ha risposto Daniela Pedrali che nella Segreteria Fim segue la crisi Stefana fin dallo scorso dicembre – l’incontro di ieri non ha potuto produrre risposte concrete. Confidiamo che possano emergere durante il prossimo incontro del 12 giugno quando, dopo la decisione del Tribunale, tutti i soggetti interessati a dare un futuro alla Stefana saranno chiamati a esplicitare e rendere concrete le loro proposte“.