Per un fisco più equo e giusto. La Cisl propone una legge di iniziativa popolare
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Per un fisco più equo e giusto. La Cisl propone una legge di iniziativa popolare

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Pubblicato il 11 Febbraio 2015

firma per un fisco più equo e più giustoPiù risorse a chi lavora, pensionati e aree sociali medio basse” con un bonus da mille euro l’anno per tutti i contribuenti con un reddito fino a 40mila euro (da finanziare attraverso una “grande operazione redistributiva” con una “imposta sulla grande ricchezza netta”), lotta all’evasione e assegno familiare “più giusto e più corposo”.

Sono tra i punti della riforma “per un fisco più equo e giusto” [QUI il volantino che presenta l’iniziativa] illustrata oggi a Roma dalla Cisl da portare in Parlamento con un disegno di legge di iniziativa popolare.

 

La Cisl vuole “spingere il Governo ad adottare una riforma del sistema fiscale per far crescere il Paese, sostenendo il lavoro ed i consumi”. Una proposta di riforma ampia, e articolata su più misure.

BONUS 1.000 EURO
La Cisl propone l’introduzione di un bonus di mille euro annui per tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 40 mila euro e un bonus di ammontare ridotto e via via decrescente per chi ha redditi compresi fra 40 e 50 mila euro. Se i beneficiari del bonus degli 80 euro ammontano a 9,8 milioni circa, a godere del bonus proposto dal sindacato sarebbero 38,5 milioni.

NUOVO ASSEGNO FAMILIARE
Introdurre un nuovo strumento di intervento che superi, accorpandoli, gli attuali assegni familiari e le detrazioni per i figli (minorenni) e per il coniuge a carico, attraverso un nuovo sistema di detrazioni di imposta (Nuovo assegno familiare) che si alzi al crescere dei carichi familiari e si riduca all’aumentare del reddito.

FISCALITÀ LOCALE AL SERVIZIO DEL CITTADINO
Adottare una nuova regolazione delle imposte e tasse locali che preveda un tetto complessivo di tassazione, collegando più chiaramente ciò che si paga alla fruizione dei servizi sul territorio. All’aumentare della fiscalità locale il cittadino deve ottenere una corrispondente riduzione del prelievo fiscale nazionale. La futura Local tax deve vedere l’esenzione della tassazione sulla proprietà della prima casa di abitazione, cosi’ come avviene attualmente per l’Imu e modulare i tributi in relazione all’effettiva fruizione dei servizi (ad esempio, la Tari andrebbe basata sulla produzione dei rifiuti, anziché sulla superficie dell’immobile).

UNA IMPOSTA SULLA GRANDE RICCHEZZA NETTA
Varare una imposta ordinaria sulla grande ricchezza netta che cresca al crescere della ricchezza mobiliare e immobiliare complessiva, con l’esenzione totale sugli imponibili delle famiglie fino a 500.000 euro di ricchezza, con l’esclusione da tale computo della prima casa di abitazione e dei titoli di Stato. L’imposta andrebbe a colpire l’ammontare complessivo dei valori mobiliari ed immobiliari con aliquote crescenti su diversi scaglioni di valore, dai 500 mila euro in su, con aliquota massima per gli scaglioni di ricchezza superiori al milione di euro.

RIDURRE L’EVASIONE FISCALE
Rafforzare le sanzioni amministrative e penali, aumentare i controlli, migliorare la tracciabilità dei pagamenti e l’utilizzo delle carte di credito (senza costi aggiuntivi per le famiglie). Introdurre meccanismi di contrasto di interesse che consentano a chi compra di portare in detrazione la relativa spesa, facendo emergere il fatturato oggi occultato. Secondo i calcoli della Cisl, l’insieme delle misure avrebbe un costo di circa 39 miliardi: risorse che potrebbero essere trovate dai fondi destinati al bonus per gli 80 euro, dalla imposta patrimoniale, dalla lotta all’evasione, da una revisione delle agevolazioni fiscali, dalla rimodulazione degli assegni familiari e dalle nuove misure di contrasto di interesse.