Le “non scelte” che fanno morire l’Aeroporto Brescia-Montichiari
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Le “non scelte” che fanno morire l’Aeroporto Brescia-Montichiari

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Pubblicato il 14 Ottobre 2013

aeroportoLe Federazioni dei trasporti di Cgil Cisl Uil Brescia chiedono un ripensamento del Sistema integrato dei Trasporti, unica via per un rilancio dell’Aeroporto di Brescia-Montichiari, “nella prospettiva di un nuovo sviluppo territoriale, regionale e nazionale, in contrasto alla grave crisi economica e all’altezza dei più moderni servizi europei”.

I Sindacati confederali parlano di una aeroporto “sottoutilizzato e sprecato rispetto alle sue potenzialità” e chiamano la “Regione Lombardia a concretizzare gli obiettivi lungamente discussi e adottati nel maggio 2011 con il Piano Territoriale d’Area quali: la salvaguardia del sito aeroportuale e dei corridoi infrastrutturali; l’orientamento e lo sviluppo di processi in diretta relazione con il sito aeroportuale e lo sviluppo locale”.

“Non siamo interessati ad alimentare un dibattito che verte sull’alternativa fra nuove partecipazioni o cessioni di ramo d’azienda – scrivono Cgil Cisl Uil Trasporti – quanto a rivendicare un piano industriale serio e credibile, che si misuri con i bisogni e le dinamiche attuali dei trasporti di persone e di merci, e trovi lo spazio per sviluppare una sua specializzazione, all’interno del sistema aeroportuale del Nord Italia e dell’Europa”.

Le “non scelte” di questi anni stanno trascinando una situazione non più sopportabile sul piano economico, a livello locale, regionale e nazionale. “Dopo due anni di cassa integrazione – si legge ancora nel documento sindacale – permane una forte preoccupazione per le prospettive occupazionali. Cgil Cisl Uil sono impegnate con le rispettive Federazioni di categoria a promuovere le necessarie iniziative affinché i diversi attori istituzionali, economici e sociali si attivino per l’adozione di scelte credibili e di contrasto alla crisi, corredate da adeguati finanziamenti per lo sviluppo delle attività dell’aeroporto e per il sostegno e lo sviluppo occupazionale”.