Nell’edizione odierna il quotidiano Bresciaoggi dedica alcune pagine ad uno “Speciale economia”. Il giornale riporta anche un’analisi della Cisl riprendendo alcuni passaggi della relazione con cui il Segretario provinciale Enzo Torri ha aperto nei giorni scorsi una riunione del gruppo dirigente regionale ospitata a Brescia.
IL PROBLEMA E’ L’OCCUPAZIONE
Stiamo davvero uscendo dalla crisi? Se la risposta è sì, alle condizioni date non possiamo fare salti di gioia. Si esce infatti dalla recessione senza il recupero dell’occupazione e l’ombra di una ripresa economica e produttiva senza lavoro smorza le speranze di tutti. Nei nostri territori continuiamo a registrare un forte utilizzo della cassa integrazione e un ricorso sempre più elevato alla mobilità, ai licenziamenti. Il saldo fra uscite e nuovi ingressi nel mondo del lavoro continua ad essere negativo, con ripercussioni drammatiche sull’occupazione giovanile.
Più che di ripresa dovremmo parlare, forse, di un rallentamento della caduta, confermato dai dati ancora negativi della produzione industriale dovuti all’indebolimento delle nostre esportazioni.
La disoccupazione è arrivata al 12% e in otto casi su dieci riguarda persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi. Questo significa che molti degli espulsi restano tagliati fuori a lungo dal processo produttivo; una fascia di disagio che trasversalmente riguarda giovani, lavoratori maturi, donne. Per la sua straordinaria concentrazione di impresa e di lavoro Brescia ha visto dispiegarsi la crisi in tutte le sfumature possibili, e proprio per la realtà economica che la caratterizza sta soffrendo questa situazione più di altri territori.
La Cisl si è mossa in questi anni con un obiettivo preciso: difendere il lavoro, fare di tutto per impedire la chiusura delle attività produttive.
Ci siamo trovati a dover difendere il lavoro anche dagli schematismi ideologici che sopravvivono dentro il movimento sindacale, da noi forse come in nessun’altra provincia:
- quelli che al grido di “o tutti o nessuno” hanno portato aziende alla definitiva chiusura e alla perdita di centinaia di posti di lavoro;
- quelli che all’Iveco alimentano continuamente la tensione in un gioco al massacro che tra blocchi dei cancelli e scioperi politici mette a rischio 2400 posti di lavoro;
- quelli della battaglia a suon di bugie e insinuazioni (controlli a tappeto della Direzione Territoriale del Lavoro – colta da un attivismo prima sconosciuto – non hanno mostrato una sola, una sola irregolarità) contro l’idea di offrire lavoro temporaneo ad alcune centinaia di disoccupati in occasione della vendemmia.
Per fortuna tanti accordi aziendali, in tutti i settori, hanno dimostrato che anche nel nostro territorio è possibile tutelare l’occupazione, magari rinunciando a qualcosa, legando salario ai risultati, scommettendo, lavoratore e impresa, sul raggiungimento di obiettivi comuni. E’ una sfida per noi colme sindacato ma anche per i datori di lavoro, chiamati a ripensare il lor ruolo nella mediazione degli interessi tra capitale e lavoro.
Abbiamo in corso un importante confronto con l’Associazione Industriale Bresciana per tracciare insieme percorsi utili a favorire una più allargata contrattazione, responsabilità, condivisione, per migliorare produzione, occupazione e salari. L’augurio è che si possa arrivare presto a chiudere positivamente questo confronto.
Abbiamo l’esigenza di un cambio di paradigma sindacale, imprenditoriale, politico, sociale. Abbiamo bisogno di mettere da parte la strumentazione a sostegno delle contrapposizioni e cominciare a praticare il vocabolario della partecipazione. Alla crisi abbiamo risposto con un di più di contrattazione. Adesso abbiamo bisogno di un di più di cooperazione. Ci sarà sempre qualcuno che dirà che ci vuole ben altro; ma i lavoratori hanno dimostrato in questi anni difficili di saper riconoscere chi si batte per i loro problemi e chi pensa semplicemente di poterli utilizzare per strategie diverse da quelle sindacali.
Enzo Torri
Segretario generale Cisl Brescia