La Cisl con i lavoratori della Caffaro
TORNA INDIETRO

La Cisl con i lavoratori della Caffaro

2 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 24 Luglio 2013

protestaSulla manifestazione di questa mattina in via Milano dei lavoratori della Caffaro, il sito internet del Corriere della Sera Brescia ha pubblicato oggi una dichiarazione del Segretario generale della Cisl, Enzo Torri, che era al fianco dei lavoratori.

“I 60 lavoratori e i sindacati – scrive corriere.it – vedono ormai come irreversibile la decisione dell’azienda di trasferirsi nell’altro stabilimento di Torviscosa, in Friuli. L’azienda pisana infatti, un mese fa ha fatto sapere di non essere più disposta a sopportare i costi extra dell’energia: non si tratta di quelli necessari al ciclo produttivo ma del milione l’anno speso per emungere 10 milioni di metri cubi di acqua di prima falda evitando che salga a toccare la terra intrisa di veleni presente sotto il capannone. Il problema è che le istituzioni competenti hanno chiesto di recente un aumento dell’emungimento (perché la falda sta purtroppo salendo) e questo significherebbe un aumento ulteriore dei costi. Avevamo chiesto un incontro all’assessorato provinciale all’ambiente – spiega Enzo Torri, segreatario Csil – proprio per capire se le richieste fatte all’azienda possano aver influito sulla decisione ormai certa di chiudere il sito di Brescia”.

Il sito lascia un po’ in sospeso la questione Provincia, ma quella di Torri è un’accusa forte. Parlando con i cronisti presenti alla manifestazione il Segretario della Cisl provinciale ha detto testualmente: «Lunedì scorso in Provincia avevamo chiesto di incontrare sia l´assessore alle attività produttive Giorgio Bontempi che quello all´ambiente Stefano Dotti, che però non si è nemmeno presentato». Il leader sindacale ha aggiunto che è  «inammissibile» che il sindacato e i lavoratori non siano informati delle direttive che l´Amministrazione provinciale ha emanato o intende emanare.

Ma torniamo alla notizia di corriere.it. «Noi non stiamo difendendo la Caffaro che ha inquinato ma la Caffaro che non inquina e che oggi dà 60 posti di lavoro – commenta Torri – Ripetiamo che i bilanci non sono affatto critici, c’è un prodotto di elevata qualità richiesto dal mercato e il funzionamento dell’azienda evita il disastro ambientale. Valutati tutti questi aspetti ci aspettiamo un intervento a livello governativo».

I tempi stringono: per questo i sindacati non si dicono affatto contrari ad un aiuto istituzionale per garantire l’emungimento della falda anche se Torri ricorda che la Fedeli ha comprato la vecchia Caffaro a soli 200 mila euro con l’impegno di accollarsi i costi ambientali”.

Il sito del Corriere ricorda in chiusura che questa è una settimana decisiva per l’azienda. Il 25 luglio a Brescia ci sarà il ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato e il tema Caffaro potrebbe entrare in agenda in extremis, mentre il 26 luglio arriverà in città il ministro dell’ambiente Andrea Orlando per parlare del rischio ambientale. Lunedì invece è previsto un incontro in Aib.