Il diario della crisi si riempie di notizie sempre più preoccupanti. La Italgel di Capriano del Colle (forniture di prodotti alimentari) ha praticamente chiuso i battenti: 57 i lavoratori coinvolti. A Manerbio la Gruppo manerbiesi (abbigliamento) ha avviato le procedure per il concordato preventivo e sono 55 i posti di lavoro che verrebbero a mancare.
Tempi difficilissimi anche per i 75 lavoratori della Sedilexport di Fiesse (stampaggio e lavorazione resine per accessori bagno), per 35 dei quali è pronto il licenziamento.
Massimo è l’impegno delle organizzazioni sindacali: per l’attivazione degli ammortizzatori sociali e per la ricerca di percorsi di formazione e riqualificazione.
Discorso a parte quello della Mac di Brescia, dove i lavoratori hanno sostanzialmente respinto anche l’ultima proposta di mediazione raggiunta in Prefettura mentre l’azienda ha dato corso agli atti per la messa in mobilità degli 84 dipendenti. A dettare la linea è la Fiom Cgil che attraverso la Mac vorrebbe far diventare Brescia uno dei poli dello scontro con Fiat. Ripetutamente la Fim Cisl – che non si è limitata a fare da notaio della crisi aziendale e che ha avanzato la proposta di contratti di solidarietà collegati a dei precisi impegni da ottenere da Iveco – ha fatto presente che lo scontro rischia di ridurre da 30 a 12 mesi la possibilità di utilizzo della cassa integrazione e di far perdere ai lavoratori disposti a cercare un’altra occupazione gli incentivi previsti nell’ultima proposta di mediazione definita in Prefettura.