Nonostante la  crisi! Il mondo della cooperazione è in salute e crea lavoro
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Nonostante la crisi! Il mondo della cooperazione è in salute e crea lavoro

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Pubblicato il 29 Novembre 2012

L`occupazione nelle cooperative, rivela il rapporto, ha continuato a crescere anche nei primi nove mesi del 2012 (+2,8%), portando il numero degli addetti delle circa 80.000 imprese del settore a quota 1.341.000 (+36.000 rispetto all`anno precedente). Così documenta il primo rapporto sulla cooperazione in Italia, realizzato dal Censis per conto dell`Alleanza delle Cooperative Italiane.

Quello della cooperazioneè un mondo di 80.000 aziende e 1,3 milioni di lavoratori che sono aumentati dell`8% negli anni della crisi (mentre l`occupazione complessiva diminuiva dell`1,2%). Ad oggi le coop contribuiscono al 7,2% dell`occupazione creata dal sistema delle imprese in Italia.

IL BOOM DELLE COOPERATIVE SOCIALI
A fare da traino alla crescita dell`occupazione sono state le cooperative sociali, che hanno registrato un vero e proprio boom di addetti nel periodo 2007-2011 (+17,3%), proseguito nell`ultimo anno (+4,3%). Anche l`ampia area del terziario (commercio e distribuzione, logistica e trasporti, credito, servizi alle imprese) ha registrato un +9,4% di occupati nel quadriennio della crisi e un +3,4% nel 2012. Il settore agricolo invece è rimasto sostanzialmente fermo nel quadriennio (+0,5%) ed è in forte affanno nell`ultimo anno (-3,8%). E non si arresta la crisi del comparto edile: -9,3% di occupati nel periodo 2007-2011 e -1,6% nel 2012.

LA CAPACITA’ DI REAGIRE ALLA CRISI
Complessivamente, il mondo della cooperazione è stato capace di reagire positivamente alla crisi, difendendo l`occupazione e cercando nuovi spazi di mercato. Secondo l`indagine del Censis, la maggioranza delle cooperative (il 40,2%) sta attraversando una fase stazionaria, il 24,6% vive un periodo di consolidamento, il 17,4% è in crescita e solo il 17,7% si trova in gravi difficoltà.

PIU’ DIFFICILE PER LE PICCOLE
Le più colpite dalla crisi sono le piccole cooperative, meno attrezzate per rispondere alla difficile congiuntura. Il 31% delle cooperative con meno di 10 addetti (contro il 14,6% di quelle con 10-19 addetti, il 10,5% di quelle con 20-49 addetti e l`8% di quelle con più di 50 addetti) si trova in una fase di ridimensionamento.Tra i principali ostacoli allo sviluppo dell’attività delle coop ci sono i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione (lo dichiara il 34,4% delle imprese), poi il calo della domanda (32,3%), i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti privati (26%), il costo eccessivo di carburanti ed energia (24,9%).Gli obiettivi prioritari delle cooperative per l`immediato futuro vedono al primo posto la riduzione dei costi (41,2%) e l`accesso a nuovi mercati (35,3%).

COOPERAZIONE E’ FEMMINILE
Nel Rapporto elaborato dal Censis si legge inoltre che le donne rappresentano il 52,2% dell`occupazione nelle cooperative e ricoprono il 29,1% dei posti nei consigli di amministrazione. Nel 17,9% delle cooperative più della metà degli occupati e dei consiglieri di amministrazione è costituita da donne. Le cooperative a prevalenza femminile sono presenti soprattutto nel sociale (51,2%) e nei servizi (30,9%).

COMPETITIVITA’ E RISORSE
Tra i fattori di competitività indicati dalle cooperative c`è al primo posto il rapporto di fiducia con utenti e consumatori (64%), poi il forte radicamento nel territorio (48,5%), la qualità dei prodotti e servizi offerti (35,5%), il coinvolgimento delle risorse umane (32,8%).
Le cooperative, secondo il rapporto, riconoscono il valore delle proprie risorse umane – i soci – come elemento fondante della propria identità. La maggioranza delle cooperative (il 56%) è impegnata nel garantire un`organizzazione del lavoro flessibile che permetta autonomia e incentivi la responsabilizzazione, il 37% porta avanti programmi di promozione della crescita professionale dei giovani soci attraverso corsi di aggiornamento e promozioni di carriera, il 16,2% ha adottato misure volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne (asili nido in azienda, banche delle ore), il 7,9% strumenti di welfare integrativo per i propri dipendenti (fondi pensionistici, sanità complementare), il 7,4% meccanismi di supporto per gli immigrati che lavorano nella cooperativa.

Il contributo più importante che la cooperazione può dare alla ripresa economica – hanno detto i responsabili del settore – è per il 30,3% in termini di tenuta occupazionale, per il 26,1% la promozione di un modo di fare impresa diverso da quello tradizionale, per il 19,1% lo sviluppo di modelli di gestione dei servizi più orientati alla partecipazione e alla responsabilizzazione degli utenti, per il 12% la tendenza a intervenire in settori nuovi in cui si concentrano maggiori possibilità di sviluppo, per il 10,6% la capacità di presidiare i settori in cui il ruolo pubblico tende a venire meno.