Sono passati oltre dieci anni dalla certificazione del disastroso inquinamento da Pcb e diossine provocato dall’azienda chimica Caffaro e dalle disposizioni di legge che prevedevano la bonifica del sito. Fino ad oggi però gli unici interventi sono quelli fatti dall’Amministrazione comunale di Brescia, visto che al Ministero la “pratica Caffaro” è da molti anni oggetto di studi e verifiche, purtroppo senza decisioni operative. Potremmo però essere vicini ad una svolta, con risvolti di natura ambientale e industriale.
Lo ha detto il Ministro Corrado Clini, questa mattina a Gardone Riviera per l’’inaugurazione di un impianto di depurazione realizzato in una galleria dismessa. Rispondendo alla domanda di un giornalista il Ministro ha dichiarato: «Abbiamo rapidamente rimesso in movimento le procedure, ferme da anni, della Conferenza dei servizi per la Caffaro e il lavoro si sta avvicinando alla conclusione. Il problema è sicuramente quello delle risorse pubbliche, che in parte sono già state destinate per la bonifica, ma soprattutto quello del riuso del sito. Quello che stiamo cercando di fare in Parlamento nella conversione del Decreto legge della spending review punta a semplificare le procedure che consentono di riutilizzare a fini industriali i siti industriali contaminati. Credo che a Brescia riusciremo a realizzare quello che già stiamo realizzando a Venezia, porto Marghera, a Trieste, sulla laguna di Grado e Marano, cioè un’accelerazione di tutte le procedure che rendono possibili nuovi investimenti per la reindustrializzazione».