Le addizionali regionali e comunali fanno più magre pensioni e buste paga
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Le addizionali regionali e comunali fanno più magre pensioni e buste paga

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Pubblicato il 26 Marzo 2012

Brutte sorprese per lavoratori dipendenti e pensionati nelle buste paga e nelle pensioni di marzo, alleggerite dalle addizionali regionali e comunali. A fare i conti di questo nuovo aumento del prelievo fiscale è il Caf-Cisl nazionale.

L’aumento del prelievo scatterà per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33%, con un effetto che varierà dai 51 euro per un salario da 1.200 euro mese ai 137 per uno stipendio da 3.200 euro per l’Irpef Regionale. Pagheranno invece 73 euro i contribuenti con 1.700 euro di stipendio e 94 euro quelli che con una busta paga mensile di 2.200 euro.

C’è però l’incognita Irpef Comunale. L’aumento in questo caso va deciso dalle singole Amministrazioni comunali che, se non lo hanno ancora deliberato, farà scattare l’eventuale aumento solo dopo. Qualche Comune ha però già deciso di utilizzare questa leva per aumentare i propri introiti tanto che, in questo caso, l’impatto annuale sulle buste paga potrà salire – è il caso di Chieti – fino a 193 euro. Fortunatamente i Comuni che hanno deliberato aumenti allo stato non sono molti.

La manovra di Ferragosto firmata Tremonti-Berlusconi ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, aumenti dell’addizionale comunale fino a raggiungere un’aliquota massima complessiva pari allo 0,8%, possibilità che era stata congelata nel 2008 dallo stesso Tremonti. Ma nei casi in cui l’aumento sia già stato deliberato il conto arriverà domani (altrimenti scatterà successivamente): si andrà, ad esempio, da un aumento (comunale) di 47 euro a Catanzaro per un pensionato o lavoratore dipendente con 1.200 euro mensili (lordi) fino ad arrivare ai 193 euro di un pensionato/dipendente con 3.200 euro lordi mensili di Chieti. Insomma non un vero e proprio salasso ma una mini-stangata che si aggiungerà a tutte le altre in attesa dell’arrivo dell’Imu a giugno e del rincaro di 2 punti dell’aliquota Iva da ottobre.